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Albanesi & 'ndrangheta: la Gdf smantella un sodalizio criminale

Lecco (Lècch) – Bambini usati come copertura per trasportare la droga. Matrimoni combinati per consolidare i rapporti tra diversi gruppi criminali. Ventiquattro le persone finite in carcere. Sequestrati 94 Kg di cocaina. Questo il quadro criminale di una capillare operazione che ha visto impegnate con successo le Fiamme Gialle lecchesi.

IN AZIONE. Oltre 150 militari delle Fiamme Gialle, di alcuni dei comandi provinciali di Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, supportati dall’impiego di unità cinofile antidroga – già a partire dall’alba di oggi, martedì – sono stati impegnati in perquisizioni, sequestri ed esecuzione di misure cautelari.

APPARECCHIATURE. L’operazione, denominata “July 2014”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, ha consentito di annientare un ben organizzato gruppo italo albanese dedito da anni al traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini, condotte anche con l’ausilio delle più sofisticate apparecchiature, hanno permesso alle Fiamme Gialle lecchesi sia di risalire la piramide organizzativa giungendone ai vertici, sia di intercettare armi, denaro e carichi di cocaina provenienti da Spagna e Olanda.

MATRIMONI ORGANIZZATI. Gli oltre 94 Kg di cocaina sottoposti a sequestro sono stati rinvenuti in abitazioni e garage ovvero nascosti in doppi fondi delle auto utilizzate per il trasporto. In un caso la droga era stata occultata all’interno del telaio di una vettura, divenendone parte integrante. Per estrarla è stato necessario tagliare in diversi punti lo chassis. Il sodalizio, composto in prevalenza da albanesi, operava a stretto contatto con figure legate a potenti famiglie della ‘ndragheta. Il legame veniva mantenuto saldo anche grazie a matrimoni organizzati tra appartenenti ai diversi gruppi.

DROGA, ARMI E BENI. Oltre allo stupefacente, i militari della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro armi, autovetture e denaro contante per oltre 200 mila euro. Sequestrati beni mobili, immobili e 6 attività commerciali operanti nel settore della ristorazione riconducibili agli indagati. Le attività investigative sono state condotte anche con l’ausilio della Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) di Roma.

13 ottobre 2015