Quasi 7 anni a Palermo (ex Pd), bagarre nella sinistra lecchese
Lecco (Lècch) - Sei anni e 8 mesi di condanna per Ernesto Palermo, ex consigliere comunale di Virginio Brivio, inguaiato nell'inchiesta Metastasi che portò in cella anche il sindaco piddino di Valmadrera, Marco Rusconi. Pena più che dimezzata rispetto alla richiesta: il giudice non ha accolto l'ipotesi di associazione mafiosa e nella maggioranza c'è chi esulta, suscitando l'indignazione di Qui Lecco libera.
FERRI CORTI. Sinistra lecchese ai ferri corti dopo le sentenze emesse oggi nei confronti di Ernesto Palermo, ex consigliere comunale di Lecco, Alessandro Nania (quattro anni e sei mesi) e Claudio Bongarzone (tre anni e quattro mesi), imputati nel processo “Metastasi” che avevano scelto il rito abbreviato. Per Palermo l'accusa aveva chiesto 16 anni, dieci anni per gli altri due.
ACCONTENTATI! Apre le danze Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco, alleato del sindaco uscente. «Non ci fu associazione mafiosa! - sottolinea - Tutti aspettavano la sentenza Palermo per dare addosso ancora a Brivio, per alimentare il sospetto del legame tra il primo cittadino e ambienti malavitosi: adesso sono accontentati! Se non c'è associazione mafiosa per Palermo, figuriamoci per interlocutori minori o persone nemmeno indagate. Appello per Lecco come aveva richiamato in passato a non fare i "magistrati in erba", sostiene tuttora la necessità di aspettare tutte le sentenze definitive, lasciando lavorare con serenità i magistrati titolari del processo».
SOLLIEVO. Rispondono i “magistrati in erba”, «tradotto - ribattono - per le persone oneste e perbene: coloro che hanno letto l’ordinanza di custodia cautelare e hanno capito come sono andate le cose»: «Ebbene sì - è la replica di Qui Lecco libera - tocca addirittura sorbirsi le incredibili esultanze per la “semplice” associazione a delinquere dell’ex consigliere comunale Pd Ernesto Palermo. Uno sgangherato sospiro di sollievo da parte di chi aveva candidato Palermo doveva pur scappare. Il giudizio di chi non ha poltrone da difendere, liste da spacciare, bandi da vincere, voti da raggranellare, è serenamente identico a prima».
17 aprile 2015