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Silenzio sui tagli? Arrigoni: «Molgora ha problemi di udito»

Lecco (Lècch) - Marco Molgora, già sindaco di Osnago e assessore provinciale, è intervenuto sul «silenzio di tomba che avvolge il taglio dei trasferimenti agli enti locali». «Per i Comuni - ha detto -, siamo a percentuali pazzesche». Critica significativa perchè proviene da un esponente piddino e coinvolge governo e amministratori locali del Pd. Ma Paolo Arrigoni, senatore leghista ribatte: «Silenzio? Gli sfuggono le mie dichiarazioni».

RIVOLTE DI SINDACI. «Probabilmente - polemizza Arrigoni - Marco Molgora ha problemi di udito quando afferma, a proposito dei tagli agli enti locali in generale e ai comuni in particolare, che "non si sente volare una mosca, non vedo rivolte dei sindaci, non colgo reazioni dei parlamentari". Questo imbarazzante silenzio alberga certamente tra i sindaci e i parlamentari del suo Pd. Ma certamente gli "sfuggono" le vibranti dichiarazioni mie e della Lega Nord».

SERVIZI A REPENTAGLIO. Il senatore Arrigoni replica all’esponente della sinistra che, a mezzo stampa, denuncia il taglio dei trasferimenti da Roma e, insieme, la disattenzione di sindaci e parlamentari sul tema. «Dal mese di dicembre a oggi, tramite emendamenti e interventi sulla stampa, ripresi puntualmente dai media lecchesi, ho più volte evidenziato che da Roma è in corso una vera e propria rapina ai danni di regioni, province e comuni con il rischio di mettere a repentaglio servizi essenziali», spiega Arrigoni.

BALLA COLOSSALE. Già il 18 dicembre in occasione dell'approvazione della Legge di stabilità, il parlamentare della Lega Nord ha messo in guardia dal «taglio, per il solo 2015, di 4 miliardi alle regioni, di un miliardo alle province e di un miliardo e 200milioni ai Comuni» e dal «mancato rifinanziamento del fondo perequativo da 625milioni previsto dalla precedente Finanziaria per attenuare l’effetto della Tasi, per la conferma del quale la Lega si è battuta con uno specifico emendamento bocciato dalla maggioranza Pd e Ncd». E sempre Arrigoni ha denunciato come lo stop ai rincari per Imu e Tasi per il 2015 fosse l'ennesima balla colossale di Renzi, rivelando che l'annunciata "sterilizzazione" della Tasi riguardava esclusivamente il blocco dei massimali e non il blocco delle aliquote, il cui ritocco all'insù da parte dei sindaci esattori per conto dello Stato - stanti i tagli - era prevedibile e sta puntualmente accadendo.

LE ALTRE BATOSTE. Successivamente Arrigoni ha evidenziato le altre batoste alle quali Renzi ha fatto ricorso per rimpinguare le casse dello Stato e finanziare la "marchetta elettorale" degli 80 euro: l’Imu agricola, l’Imu sugli impianti di risalita, l’Iva sul pellet (considerati dal senatore leghista dei veri attacchi alla montagna e all'agricoltura) e via… tassando. «Consiglio a Marco Molgora di leggerli i giornali e non di utilizzarli solo per mettersi in mostra quale paladino dei comuni e degli enti locali. Ad aprile, a distanza di quattro mesi dalla Legge di stabilità, i buoi sono già scappati da un pezzo, inutile lanciare allarmi», conclude il senatore del Carroccio.

Nella foto: postazione pro-Renzi a Lecco.

30 aprile 2015