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Mazzata Imu alle funivie. Rossi: «Montagna messa in ginocchio»

Lecco (Lècch) - Mazzata sulle funivie, che metterà in seria difficoltà gli operatori lecchesi: in arrivo l'Imu per gli impianti di risalita, con importi che varierebbero da 25mila euro per una seggiovia a sei posti a 50mila per una telecabina a otto posti. Antonio Rossi, assessore regionale lecchese, insorge e chiede aiuto a Roberto Maroni.

NEL MIRINO. La montagna è nel mirino. Dopo i provvedimenti del governo Renzi, giunge una sentenza della Cassazione che obbligherebbe i gestori degli impianti di risalita a pagare l'Imu, con costi rilevanti.

UN ASSURDO. «Se vogliono far crollare il comparto economico e sportivo delle nostre montagne hanno imboccato la strada giusta», protesta Rossi. Per l'assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani «sarebbe assurdo far pagare l'Imu sugli impianti di risalita» e snocciala cifre pesanti: «Gli importi varierebbero da 25mila euro per una seggiovia  a sei posti a 50mila per una telecabina a otto posti. Sarebbe una follia».

INCONTRI. «In questi giorni - anticipa Antonio Rossi - voglio affrontare la questione non solo con il presidente Maroni, ma anche con gli operatori del settore». L'assessore incontrerà Anef Lombardia (Associazione nazionale esercenti impianti a fune) venerdì nell'ambito di "Dillo alla Lombardia", il confronto con gli stakeholders di riferimento svolto ogni anno presso Regione Lombardia. «Come Regione - conclude - siamo a fianco degli impiantisti e faremo tutto ciò che è in nostro potere per tutelare un comparto importante come la montagna che dà lavoro a migliaia di persone».

Nella foto: Rossi (al centro) alla funivia di Pian delle Betulle.

24 marzo 2015