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Foibe, a Calolzio toccante cerimonia

Calolzio (Calòls) - La Giornata del Ricordo è stata celebrata sul territorio lecchese: oltre alla fiaccolata di Lecco, cerimonie anche sul territorio in onore dei martiri delle Foibe, come a Calolziocorte, dove non è mancata la presenza di esuli e scampati ai massacri di italiani compiuti dai partigiani slavi.

FIACCOLATA. A Lecco celebrazioni sul Lungolario, precedute da una partecipata fiaccolata che ha attraversato il centro cittadino partendo dal Comune. Il viceprefetto vicario di Lecco, Gennaro Terrusi, ha conferito un riconoscimento al parente di una vittima delle Foibe, residente nella Brianza lecchese, Sergio Baratto.

TRUCIDATI. Il signor Baratto vive a Barzago ed è il nipote di una delle 20.000 vittime delle Foibe: suo zio, Albino Baratto, è tra gli italiani trucidati nel corso della pulizia etnica attuata dai partigiani comunisti del maresciallo Tito. La concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati è prevista dalla Legge 30 marzo 2004, n.92, che istituisce il Giorno del Ricordo.

SIGNIFICATIVO. Anche a Calolziocorte si è assistito alla deposizione di una corona di fiori alla lapide che ricorda i martiri delle foibe, presso il parco omonimo (Martiri delle Foibe) antistante il noto santuario di Santa Maria del Lavello. «Dietro mio suggerimento - spiega Massimo Tavola, vicesindaco di Calolziocorte - condiviso totalmente dalla giunta, presente con sindaco, assessori Mainetti Valentino e Wilna de Flumeri, si è vissuto un evento significativo, con la partecipazione del nipote di un disperso in Russia e una signora esule dalmata».

ORGOGLIO. «Si è trattato - continua - di un invito alla memoria per tutti i cittadini calolziesi. Nel nostro comune poi tra noi vi sono alcune famiglie direttamente coinvolte: hanno avuto orgoglio e piacere di  esserci  e di  esserci ricordati di loro e del dramma da loro vissuto». Le foibe sono profonde cavità naturali caratteristiche del territorio carsico: in queste cavità, tra il 1943 e il 1947 vennero scaraventati ancora vivi molte migliaia di cittadini giuliano-dalmati, tra cui un gran numero di donne e bambini: un genocidio compiuto nel quadro della "colonizzazione" dei territori italiani da parte dei partigiani slavi.

Nella foto: un momento della cerimonia a Calolziocorte.

11 febbraio 2015