Gaffe a Lecco: contro i tagliateste usando il motto della ghigliottina
Lecco (Lècch) - Comune e Provincia di Lecco organizzano un convegno "contro terrorismo, guerra e violenza", intitolandolo "Liberté, Egalité, Fraternité", lo stesso motto usato dai rivoluzionari giacobini che hanno ghigliottinato oltre 40mila persone. Una gaffe, considerato che il convegno dovrebbe essere una risposta ai tagliatori di teste islamici dell'Isis.
CONSOLE. “Liberté, Egalité, Fraternité oggi”, è il titolo dell'incontro in programma sabato 7 febbraio alla Sala don Ticozzi di Lecco, ore 17. Partecipano il sindaco Virginio Brivio, il presidente della Provincia Flavio Polano, il Console generale di Francia Olivier Brochet, ed esponenti di gruppi come Casa sul Pozzo, Les Cultures, Casa Don Guanella e i maomettani di Assalam.
ATTENZIONE. L'incontro, promosso da Comune di Lecco e Provincia di Lecco, in collaborazione con il Comitato Vive le français, viene organizzato a un mese dall’attacco islamico alla sede del discusso periodico francese Charlie Hebdo, con l'intenzione di «mantenere alta l’attenzione e accesi i riflettori su di un episodio drammatico, che ha colpito, con una violenza inaudita, la capitale della vicina Francia e la libertà di espressione». Al centro, il dibattito condotto dalla scrittrice Anna Pozzi, moderatrice degli interventi dei giornalisti Bernadette Sauvaget (Libération) e Luigi Geninazzi (Avvenire).
DECAPITATI. Suona come una gaffe lo slogan scelto per l'incontro: nel nome di "Liberté, Egalité, Fraternité" gli illuministi della Rivoluzione francese staccarono la testa a 40mila "controrivoluzionari" (monache e preti, nobili, contadini, dissidenti... persino uomini di scienza come il grande chimico Antoine Lavoisier), di questi 17 mila vennero ghigliottinati nella sola Parigi, come documenta, ad esempio, Monica Ricci Sargentini nell'articolo pubblicato il 16 marzo 2008 sul Corriere della Sera, in cui si racconta delle migliaia di francesi che ancora cercano notizie dei propri avi decapitati.
CALPESTATI. Nelle regioni della resistenza cattolica, invece, i "libertari" operano un sistematico genocidio: 250.000 persone trucidate solo in Vandea. Il generale Westermann ("il Macellaio") così scriveva al Comitato di Salute Pubblica nel dicembre del 1793, gloriandosi dei suoi massacri in nome di "Liberté, Egalité, Fraternité": «Non esiste più Vandea, cittadini repubblicani, essa è morta sotto l’albero della libertà con le sue donne e i suoi bambini (…) Eseguendo gli ordini che mi avete dato, ho fatto calpestare i bambini dai cavalli, ho fatto massacrare le donne che almeno non partoriranno più briganti. Non ho prigionieri per i quali si possa rimproverarmi». E nei ricordi storici suscitati dall'imbarazzante titolo del convegno, pare di vedere all'opera già allora i tagliateste dell'Isis e i massacratori di Boko Haram.
G. F.
5 febbraio 2015