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Montagna fatale: 41 vittime, ma s'incentiva l'alpinismo turistico

Lecco (Lècch) - Trentadue cadaveri recuperati e 9 dispersi, nel 2014: i numeri della XIX Delegazione lariana del Soccorso alpino giungono dopo la notizia dei 450mila euro destinati ad incentivare l'uso delle falesie di Lecco, in chiave turistica, per l'arrampicata. L'eterna questione: escursionismo ed alpinismo possono essere trattati come sport di massa?

ABNEGAZIONE. Il rapporto 2014 della XIX Delegazione lariana del Soccorso alpino testimonia l'abnegazione dei tecnici, alle prese con una interminabile catena di interventi: ben 338 in un anno, concentrati specialmente nei fine settimana.

IMPRESSIONANTE. Notevole il numero di uomini e mezzi impegnati per tutte le operazioni di salvataggio dell'anno appena trascorso: 1423 soccorritori e 225 elicotteri, tra 118 elisoccorso, che fa la parte del leone, Vigili del fuoco e Polizia. Le persone salvate sono state 362, un numero che colpisce, ma è ancor più impressionante quello del bilancio tragico: 32 i deceduti e 9 i dispersi, di cui non si è saputo più nulla.

TIPOLOGIA. La tipologia degli intervento parla chiaro: l'attività più rischiosa è costituita dall'escursionismo in montagna, ovvero da quella sorta di "alpinismo di massa" che sta facendo sempre più proseliti, e che è all'origine di ben 147 interventi. Da notare che lo scorso 15 gennaio, a Lecco è stato sottoscritto (artefici l'assessore regionale Antonio Rossi, il presidente della Comunità montana della Valsassina Carlo Signorelli, il sindaco di Lecco Virginio Brivio) il patto che prevede lo stanziamento di 450mila euro per valorizzare il sistema delle falesie lecchesi in chiave turistico-sportiva.

21 gennaio 2015