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Charlie e Lecco, da Maometto in poi l'islam è scimitarra in pugno

Lecco (Lècch) - Le stragi compiute a Parigi, e quelle assai più feroci che avvengono quotidianamente in diversi paesi, appartengono a pieno titolo alla storia dell'islam, che è storia sanguinaria dalla vita di Maometto ai giorni nostri. Realtà oggettiva che, anche a Lecco, impone una seria riflessione sulla natura della mezzaluna.

SUPREMAZIA. Maometto conquistò, innanzitutto, le proprie donne e i loro parenti con l'ambizione di ottenere la supremazia sulle altre tribù arabe. Riconoscere la sua pretesa qualità di profeta, significava accettarlo come condottiero. Tutta la sua "progressione spirituale" fu, dunque, un susseguirsi di vicende belliche.

LA SCIMITARRA. Costretto a fuggire dalla Mecca, nel cinquantatreesimo anno della sua vita, Maometto si rifugiò seguito dai suoi nella città di Medina, accordandosi con i notabili del luogo che si impegnarono a difenderlo e sostenerlo. Da quel momento, e sino alla morte, Maometto non cessò di brandire la scimitarra: quei dieci anni non furono che un susseguirsi di battaglie contro gli arabi idolatri e contro gli ebrei, o piuttosto, diremmo oggi, un terrorismo continuo che si espanse a macchia d'olio.

L'EGITTO. I suoi successori divennero sovrani d'Arabia, sotto il nome di califfi. Padroni dell'Arabia, i califfi sottomisero l'Egitto, grazie al tradimento degli eutichiani, cristiani bollati di eresia in quanto professavano il monofisismo, ammettendo in Cristo la sola essenza divina e non la duplice natura di Dio e uomo. Gli eretici cristiani vennero blanditi con ecumeniche promesse, rimangiate dopo la conquista in virtù della prescrizione coranica che consente di dissimulare e mentire per il bene dell'islam.

I CORSARI. Dall'Egitto i maomettani assoggettarono le coste dell'Africa, culla del cristianesimo, per poi spingersi in Spagna, chiamati dai figli di un re goto, ribelli al loro padre. Da questo momento la mezzaluna infestò il Mediterraneo, con le scorribande dei suoi corsari. I mussulmani invasero, successivamente, Sardegna, Corsica, Sicilia e Calabria. Testimonianza di un'angoscia protratta per secoli, le innumerevoli fortezze e torri d'avvistamento, erette in difesa dalle incursioni in cui i maomettani mettevano a ferro e fuoco i villaggi, massacravano le popolazioni e rapivano in massa donne e bambini da destinare ai loro harem.

OTRANTO. Tra gli innumerevoli terribili episodi, uno dei più noti è quello degli 813 martiri di Otranto: tutti uccisi, decapitati o impalati vivi (infilzati da una picca sin nelle viscere), il 14 agosto 1480 dagli scherani del sultano Maometto II, per aver rifiutato la conversione all'islam dopo la caduta della loro città. Erano i soli superstiti dell'attacco. Orrenda la fine del comandante della guarnigione cristiana di Otranto, Francesco Largo: venne segato vivo.

CANONIZZATI. Questa la sorte che toccò alla popolazione caduta in mano ai mussulmani: scannati i maschi di oltre quindici anni d'età, rapiti donne e bambini. In tutto si contarono 12.000 morti e 5.000 ridotti in schiavitù, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I martiri di Otranto sono stati canonizzati il 12 maggio 2013 da papa Francesco.

GRANDE SFORZO. L'Europa cristiana, in epoche diverse, fu il bersaglio costante del "grande sforzo", la Jihad: oggi gli storici riconoscono che le sante Crociate del XII e XIII secolo e le conquiste dei portoghesi nelle Indie ci hanno salvato dall'espansione islamica, togliendo a questa devastante potenza nemica la risorsa del commercio e delle ricchezze. Così come risultarono decisive, in epoche diverse, le battaglie di Poitiers, Lepanto e Vienna.

SANGUE VERSATO. Oggi vien da pensare che tutto quel sangue cristiano sia stato versato inutilmente, ascoltando gli opportunisti e gli ignoranti della storia e delle prescrizioni mussulmane mentre affermano, in nome di Charlie Hebdo, che gli odierni crimini della mezzaluna, e i loro autori, non appartengono al "vero islam". Perchè l'islam dell'infinita "guerra santa"  è religione di pace e misericordia. Ma l'incongruenza è talmente plateale che dovrebbe costringere a redimersi certi lecchesi in malafede e, perché no?, anche quei mussulmani in buona fede.

G. F.

Nella foto: Cattedrale di Otranto, una teca con i resti dei martiri.

11 gennaio 2015