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Frutta sempre più cara e agricoltori malpagati

Lecco - Volano i prezzi della frutta fresca sugli scaffali con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, superiore a quello della benzina, ma nei campi è crisi profonda con una diminuzione dei compensi riconosciuti agli agricoltori del 20 per cento con conseguenze drammatiche sui redditi delle imprese agricole. E’ quanto denuncia la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mese di giugno che evidenziano un aumento dell’inflazione con gli alimentari al top da 2 anni (+3,0 per cento) che è dovuto anche alle distorsioni e alle speculazioni che si verificano nel passaggio della frutta dal campo alla tavola.

ECCESSIVE INTERMEDIAZIONI. A causa delle distorsioni, delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta dall’azienda agricola al carrello della spesa i prezzi almeno triplicano, ma possono aumentare anche di 5 o 6 volte. Quest’estate si è allargata senza giustificazioni - sottolinea la Coldiretti - la forbice dei prezzi della frutta fresca tra produzione e consumo. Una situazione che danneggia gli agricoltori costretti a lavorare in perdita ma anche i consumatori che potrebbero acquistare maggiori quantità e a condizioni piu’ vantaggiose. Una situazione aggravata dalla mancata firma da parte della grande distribuzione organizzata dell’accordo interprofessionale per la campagna di raccolta 2011 alla quale la Coldiretti chiede un forte atto di responsabilità.

CONTADINI TAGLIEGGIATI. Gli esempi non mancano secondo le elaborazioni dell'organizzazione degli agricoltori su dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. Le pesche gialle vengono pagate agli agricoltori 36 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,95 euro al chilo con un ricarico del 442 per cento (piu’ di cinque volte), le albicocche 0,74 euro al chilo al produttore e 2,40 euro al chilo per i consumatori con un ricarico del 224 per cento (piu’ di tre volte) mentre i cocomeri passano da 0,19 euro al chilo in campo a 0,70 euro al chilo sulla tavola con un aumento del 268 per cento (oltre tre volte e mezzo) ed i meloni da 0,36 euro al chilo a 1,4 euro con un ricarico del 288 per cento (quasi triplicano).

16 luglio 2011