Maltempo, i danni ammontano 5,6 mln
Lecco (Lècch) - Sono costati cari i capricci del maltempo nel lecchese: alla riunione di oggi con i politici nazionali e regionali del territorio, è stato "presentato un conto" da 5.601.600 euro.
COMUNI DANNEGGIATI. Nella mattinata di lunedì si è svolto l’incontro promosso da Provincia di Lecco e Comune di Lecco con i rappresentanti del territorio in Parlamento e in Regione Lombardia, alla presenza di sindaci o rappresentanti dei Comuni lecchesi danneggiati dal maltempo della scorsa estate. Hanno partecipato esponenti dei Comuni di Airuno, Bulciago, Cremeno, Calolziocorte, Cesana Brianza, Dolzago, Ello, Galbiate, Malgrate, Mandello del Lario, Missaglia, Olginate, Pagnona, Pasturo, Pescate, Premana, Primaluna, Rogeno, Torre de’ Busi, Valmadrera, Vercurago e della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino.
PATTO DI STABILITÀ. Nella riunione odierna, il presidente della Provincia di Lecco Stefano Simonetti e il sindaco di Lecco Virginio Brivio si sono rivolti direttamente ai rappresentanti nazionali (i deputati Paolo Arrigoni, Gianmario Fragomeli e Veronica Tentori) e regionali intervenuti (il sottosegretario Daniele Nava e il consigliere Raffaele Straniero) per ottenere un aiuto verso le rispettive istituzioni in termini di sostegno finanziario ed esenzione dal patto di stabilità per gli interventi effettuati dagli enti locali per rimediare ai danni subiti. I danni materiali ed economici subiti dal territorio lecchese per il maltempo del periodo giugno-agosto 2014, in base alle segnalazioni raccolte secondo le procedure regionali, ammontano a 5.601.600 euro.
VOCE DEL TERRITORIO. «C’è bisogno di fare squadra e di portare la voce del territorio nelle istituzioni superiori - dichiara Simonetti -, Provincia, Comuni ed enti devono alzare la voce per la forte necessità di interventi e di nuove regole: abbiamo scritto direttamente a Renzi e Maroni per rappresentare la situazione, fornire il quadro complessivo dei danni ed evidenziare l’impossibilità di agire su alcune infrastrutture a causa del patto di stabilità. Inoltre - aggiunge - occorre agire sul fronte di prevenzione, attraverso uno studio complessivo delle situazioni di rischio idrogeologico, strumento programmatico necessario per poi sostenere richieste puntuali e motivate».
Nella foto: la voragine di Cremeno.
29 settembre 2014