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Mamme di Lecco, se ci siete battete un colpo (in testa a certi figli)

Lecco (Lècch) - Caro Direttore, mi chiedo che fine abbiano fatto alcune madri lecchesi, almeno quando si tratta di impartire a certi figli quel poco di educazione che distingue l'uomo dal bruto.

Girando per le strade di Lecco, ed imbattendomi, per mia sfortuna, in alcuni esemplari delle nuove generazioni ne sono rimasta alquanto demoralizzata. Come non intristirsi, nel vedere giovinetti e giovinette nel fior degli anni, e dell'energia, stravaccati per terra alla fermate dell'autobus? Possibile che una madre non si sia mai accorta che, sulla via del ritorno a casa, i propri figli, e persino le femminucce, si dilettano nell'appoggiare il posteriore sul marciapiede?

Che spettacolo di mollezza e, ad essere espliciti, di schifezza, considerato che i marciapiedi sono ricettacolo di sporcizia, tra l'altro, dell'urina dei cani e degli sputi di umani maleducati! Occorre una ben scarsa dignità e una ancor minore stima di sè per ridursi così... D'altro canto, a rivelarne il livello è il linguaggio da postribolo, e persino blasfemo, che esce dalla bocca di questi soggetti.

Questo è quanto capita di osservare e ascoltare quotidianamente, e taccio dell'abbigliamento, femminile e maschile, spesso più adatto alla mendicità e al meretricio che al normale transito per le vie cittadine. Ciò che, invece, non mi è più capitato di vedere, da molti anni a questa parte, è l'intervento di una madre, con un sonoro ceffone che restituisca al figlio o alla figlia la decenza perduta.

Laura Villa

28 settembre 2014