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Papa Francesco si sbaglia: la Bibbia non dice di adottare l'immigrato

Lecco (Lècch) - Egregio direttore, credo che anche a Lecco abbiano fatto scalpore le parole di Papa Francesco sull'immigrazione. Bergoglio ha dichiarato che la Chiesa deve superare "diffidenze e ostilità" per non essere "in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso”.

Questo oggi significa portarceli in casa, adottarli e, col tempo, farci da parte, perché il numero di quelli che potrebbero e vorrebbero venire qui è certamente ingente. Da nessuna parte i testi sacri sostengono una cosa simile e Papa Francesco è recidivo, avendo già fatto in precedenza una dichiarazione analoga che, non ha alcun fondamento nella Bibbia, e a cui avevo già risposto con una mia lettera sul Corriere di Lecco. Ora, vorrei ripetermi, se Lei me lo concede.

Il Papa, evidentemente, si appiglia al famoso monito "ero forestiero e mi avete ospitato". Ebbene, l'immigrazione non c'entra nulla con l'ospitalità verso il pellegrino, considerato un sacro dovere tra gli antichi. Ai viandanti veniva offerto pane, protezione, un tetto per la notte ma poi riprendevano il cammino per tornare a casa propria. Aiutare il forestiero che, metaforicamente, rimane all'addiaccio, non significa adottare lo straniero.

Oggi credo che i buoni cristiani abbiano il modo di sovvenire le popolazioni del terzo mondo, invece di deportarle da noi per sfruttarle cancellando al tempo stesso la Cristianità: occorre aiutarli a casa loro, dove centinaia di migliaia di bambini muoiono di fame e dove, per salvarne tantissimi, basterebbe un poco di ciò che qui si spreca coi rifugiati, perchè i nostri euro in quei paesi hanno un potere d'acquisto enorme.

Quanto agli stranieri, di razza, costumi e religione diversa, la Bibbia spesso insegna in certi casi a vederli come un pericolo. Giustamente, la lettrice Laura Villa, qualche giorno fa, aveva scritto una lettera in cui riportava le lamentazioni del profeta Geremia: «Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto, guarda e considera il nostro obbrobrio. La nostra eredità è passata a stranieri, le nostre case a estranei».

Paola Colombo

24 settembre 2014