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Mandello, un barista legato nel suo locale

Mandello - Nel Lecchese si comincia a parlare troppo spesso di rapine: dopo il colpo al Cafè Platz di Casatenovo dell'altra notte, questa mattina è stato "ripulito" il Caffè centrale di Mandello. Intanto i carabinieri hanno messo al fresco i componenti di una banda di rapinatori che prendeva di mira le banche, compiendo non pochi "svarioni" che hanno aiutato gli inquirenti.

PISTOLA PUNTATA. L'ultima impresa dei banditi è andata a segno questa mattina alle 4,45. Umberto Sangalli, titolare da 19 anni del Bar Centrale di Mandello del Lario, che gestisce assieme ai suoi fratelli, stava preparando le brioches quando sono entrati i malviventi. Due uomini col volto celato dietro sciarpe e cappelli hanno affrontato il commerciante: puntandogli una pistola gli hanno intimato di aprire la cassaforte. Subito dopo, Sangalli è stato legato mani e piedi, imbavagliato e fatto sdraiare nel bagno. I rapinatori hanno fatto man bassa di tutto il denaro presente nel locale oltre a 150 stecche di sigarette, senza dimenticare il borsello della loro vittima, e si sono dileguati. In soldoni, circa 16mila euro di bottino.

ACCENTO DEL SUD. "Per un attimo ho pensato che fosse uno scherzo - ci ha detto il signor Sangalli - ma mi sono accorto subito che, purtroppo, quelli facevano sul serio. Mi è passato per la testa di reagire, ma in quella situazione non era il caso". L'arma da fuoco puntata, in effetti, non lasciava altra scelta che obbedire ai banditi. "Quando mi sono reso conto che se ne erano andati - continua il titolare del Centrale - mi sono trascinato fino in cucina dove ho afferratto in qualche modo un coltello e sono riuscito a tagliare i lacci che mi legavano. Quindi ho chiamato i carabinieri". Sugli autori del colpo, Umberto Sangalli spiega che si tratta di italiani che parlavano con accento meridionale.

3 COLPI IN 7 GIORNI. Intanto i carabinieri hanno messo al fresco i componenti di una banda di rapinatori che prendeva di mira le banche, compiendo qualche "svarione" che ha aiutato gli investigatori. Banditi pasticcioni, ma prolifici: in una settimana, secondo quanto accertato dagli inquirenti, avevano realizzato tre colpi ai danni di altrettanti istituti di credito e sono sospettati di averne compiuti altri 6. In carcere sono finiti Giuseppe Tasca, 64 anni, residente a Madone; Vincenzo Cattaneo, 50 anni, di Calusco D'Adda; Alfio Scimonelli, 38enne, di Crema; Antonio Cilente, 39 anni, residente a Imbersago.

TAGLIERINI. Dalle indagini risultano essere gli autori di una serie di rapine ai danni di istituti di credito commesse nel mese di agosto e settembre nelle province di Lecco e Bergamo: nel Lecchese, il 5 agosto alla Bpm di Paderno d'Adda (bottino 4.900,00 euro); il 9 all'Ubi Banca di Cernusco Lombardone (fruttata 1.000,00 euro); l'11 agosto alla Banca Intesa San Paolo di Brivio (refurtiva di 14.700,00 euro). Identico il modus operandi dei banditi: calze maglia per nascondersi il volto e taglierini puntati contro dipendenti e clienti delle banche assaltate. Nelle abitazioni e nelle auto degli arrestati, i carabinieri hanno rinvenuto passamontagna, un berrettino con la scritta "Polizia" e i famosi taglierini, ma anche falsi timbri con lo stemma della repubblica italiana, di vari uffici comunali... e degli stessi Carabinieri.

Nella foto: il materiale sequestrato ai banditi.

31 ottobre 2011