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Sblocca Italia, Lecchese beffato: «Arrivano soltanto le briciole»

Lecco (Lècch) - Matteo Renzi, per quanto riguarda il Lecchese, ha mantenuto fede al nomigliolo di "il Bomba" affibbiatogli ai tempi in cui portava braghette da scout. La sparata dei 30 milioni per le opere ferme in provincia di Lecco, propagandata sul territorio dai neociddini Nava e Piazza, ha fatto tanto rumore... ma la realtà è molto diversa.

ARTEFICE DEL RILANCIO. Il senatore lecchese della Lega Nord Paolo Arrigoni sventola la Gazzetta ufficiale, dove viene esposto nel dettaglio il decreto che, lo scorso 29 agosto, Renzi aveva definito come provvedimento artefice del rilancio degli investimenti per le infrastrutture nel paese. «In realtà - spiega Arrigoni - le risorse complessive messe in gioco sono molto inferiori agli oltre 40 miliardi a suo tempo ipotizzati; si tratta di un totale di 3.890 milioni, di cui 840 derivanti da revoche di finanziamenti per progetti incagliati e 3.050 milioni prelevati dal Fondo sviluppo e coesione».

SPARATA E REALTA'. «Anche per il territorio lecchese-bergamasco la realtà è molto diversa dalla sparata. «I soldini stanziati - continua il parlamentare - sono la metà dei 30 milioni che nell'immediato erano stati con enfasi annunciati da Daniele Nava e Mauro Piazza, compagni di partito del ministro Maurizio Lupi. Arriveranno 6 milioni per fronteggiare i maggiori costi del lotto "San Gerolamo" in corso di costruzione, gran parte dovuti all’incremento governativo dell’Iva, più altri 9 milioni per la variante di Cisano Bergamasco; questi ultimi si aggiungeranno ai 31 milioni, in passato stanziati da Governo e Regione Lombardia, per finanziare integralmente il lotto funzionale e dunque poterlo appaltare».

MANCANO ALL'APPELLO. In conclusione, il governo Renzi, col lecchese Lupi ministro alle Infrastrutture, ha lasciato ancora al palo la provincia di Lecco. «Si rammenta - conclude Arrigoni - che il finanziamento non basta per completare il collegamento stradale Lecco-Bergamo. Per esempio mancano all’appello i 36 milioni per il lotto “Lavello” in Calolziocorte, che con Stefano Simonetti, presidente della Provincia di Lecco, sono stati ripetutamente richiesti durante i vari incontri tenuti presso il ministero dei Lavori pubblici. Soldi che non smetteremo mai di reclamare e che il Governo dovrebbe senza tentennamenti riconoscere visto che i territori di Lecco e Bergamo insieme vantano nei confronti dello Stato un residuo fiscale annuo di circa 6 miliardi, una cifra enorme a fronte della quale ritornano solo briciole, come in questa occasione!».

14 settembre 2014