Rss
Comune di Lecco bifronte: anti sale gioco ma sponsorizzato dal casinò
Lecco (Lècch) - Egregio direttore, non bisogna essere tanto istruiti per saper leggere una delibera di un Consiglio comunale ed interpretarla in giusta maniera, ammesso e non concesso che lo si voglia effettivamente fare. Una delibera composta da una serie di linee di azione, ben 13 articoli, un documento fatto con proprietà (voluto dall’assessore Armando Volontè), e massimo rigore che ebbe, insieme ad un mio emendamento, l’approvazione.
L'art. 7 cita testualmente: di non accettare sponsorizzazioni per iniziative comunali da parte di case da gioco. Per cui la domanda che viene naturale fare? Perché dei consiglieri comunali (espressione della volontà dell’intera città) dovrebbero proporre e votare un indirizzo politico se poi tale volontà non viene fatta rispettare?
Nonostante il mio appunto non si fece nulla per fermare o modificare lo sbaglio, ci si arrampicò sui vetri ed ad ogni tipo di logica per giustificare l’operato, ma non ostante tutto i dati di fatto erano questi: si sponsorizzò un iniziativa comunale pur meravigliosa, valida e concretamente pregevole con una casa da gioco.
Questo è il punto, il fatto ancor più grave che l'associazione (Appello per Lecco) che cavalcò il nobile cavallo di battaglia contro il gioco d’azzardo bocciò dapprima una mia mozione proprio sul gioco d’azzardo e poi permise la sponsorizzazione della mostra di Picasso, tramite il proprio assessore di riferimento, dal Casinò di Campione.
Resta scontato che per pregevole che possa essere un'iniziativa, non si può certo non rispettare le regole. La difficoltà sta appunto in questo: promuovere un'iniziativa ed attuarla nel rispetto delle norme. Allora la mia non fu certo una lamentela e non mi ritengo certo un fenomeno, come qualcuno ha cercato di dipingermi, il fenomeno sta proprio in quella anomalia di attuare un evento come se il fine giustificasse qualsiasi tipo di mezzo.
Ezio Venturini
(Capogruppo consiliare Italia dei valori, Comune di Lecco)
8 settembre 2014