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Scampò alle foibe l'uomo trovato cadavere sotto il San Martino
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Lecco (Lècch) - Era scampato agli orrore delle foibe e della pulizia etnica titina, l'uomo trovato cadavere ai primi di agosto a Lecco, in un anfratto roccioso alle pendici del monte San Martino. Dagli anni '80 dimorava nel capoluogo e viveva in una grotta, conducendo un'esistenza povera ma dignitosa, rifiutando persino l'assistenza sociale.
TESTIMONIANZE. Ha un nome, e una storia drammatica alle spalle, la salma rinvenuta ai piedi del San Martino: l'inchiesta dei carabinieri, corredata di testimonianze e avallata dai riscontri forniti dall’esame autoptico, ha consentito di identificare con sostanziale certezza il cadavere in avanzato stato di decomposizione scoperto il 5 agosto.
ORRENDI MASSACRI. Si tratta di Darno Nardi, profugo Istriano, nato a Fiume nel 1937, già residente a Sesto San Giovanni, irreperibile dal 1967, anno dal quale il Tribunale di Monza, con successiva sentenza, ne ha fatto decorrere la morte presunta. L'uomo era fuggito dalla sua terra ancora bambino, per scampare agli orrendi massacri compiuti dai partigiani comunisti del maresciallo Tito.
SEGNO DELL'ORRORE. Vissuta da bambino l'epoca delle foibe (profonde cavità naturali dove gli slavi scaraventavano gli italiani, spesso ancora vivi e legati tra loro col filo spinato, per lasciarli agonizzare fra atroci sofferenze) e della pulizia etnica titina, l'uomo deve essersi portato con sè per tutta la vita il segno lasciato da quegli orrori, dalla perdita di tutto ciò che aveva e, probabilmente, di persone a lui care.
SCHIVO E DIGNITOSO. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, infatti, l’uomo viveva alla giornata, dimorando più o meno stabilmente in Lecco già dalla metà degli anni ’80 e a qualcuno aveva riferito di chiamarsi Pietro Nardi. Molto schivo ed altrettanto dignitoso, non era mai entrato nel circuito assistenziale preferendo vivere in totale autonomia in una grotta del monte San Martino.
Nella foto: un manifesto commemorativo delle foibe.
13 agosto 2014