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Profughi a Lecco e l'Oms esorta: «Rischio ebola, evitate l'Africa»

Lecco (Lècch) - Mentre in provincia di Lecco approdano sedicenti profughi, clandestini e immigrati africani, l'Oms e il nostro ministero degli Esteri esortano a non recarsi in alcune nazioni africane dove dilaga la più grave epidemia di ebola della storia. Simonetti ha chiesto test sanitari sui rifugiati accolti nel Lecchese, ma non si è saputo più nulla.

MIGLIAIO DI MORTI. Estendendosi dalla Guinea, alla Liberia, alla Sierra Leone, alla Nigeria in pochi mesi ha già fatto un migliaio di morti, infettando un gran numero di persone: ebola, il terribile virus che deforma, uccide con febbri, emorragie interne, vomito e diarrea inarrestabili, e per il quale non esiste né cura né vaccino, è già fuori controllo secondo l'Oms. Col suo tasso di mortalità superiore al 90%, ebola sta preoccupando anche gli Usa dove si registra il primo caso di "importazione".

IL CONTAGIO. Il contagio col virus avviene attraverso il contatto con fluidi corporei o secrezioni di persone infette (sudore, saliva, lacrime, muco, feci, urine, sperma, vomito) anche depositate su oggetti ma, pare, anche attraverso l'aria espirata da soggetti infetti. Oltre ai tradizionali canali, tra cui lievi abrasioni e taglietti superficiali presenti nella pelle, il contatto con le mucose è veicolo privilegiato dell'infezione (ad esempio portarsi le dita alle narici dopo aver toccato materiale infettato). L'incubazione va da 2 a 21 giorni, periodo in cui, generalmente, sopravviene la morte.

NESSUNA RISPOSTA. E' evidente che immigrati e profughi africani giunti nel Lecchese non provengono necessariamente dai Paesi in cui è esplosa l'epidemia: tuttavia si tratta di un'eventualità che, al momento, nessuno ha escluso ufficialmente. Alla fine di luglio, Stefano Simonetti, presidente facente funzioni della Provincia di Lecco, si è fatto sentire sui nuovi arrivi di sedicenti profughi nel territorio lecchese: «Diversi cittadini e amministratori - ha detto Simonetti - sono preoccupati: vengano subito eseguiti su questi stranieri i dovuti accertamenti dal punto di vista sanitario e giuridico».

FARNESINA E VIMINALE. Della richiesta formulata da Villa Locatelli non si è più saputo nulla. E appare quantomeno una grossa incongruenza che la Farnesina, ministero degli Esteri, raccomandi di evitare i viaggi nei Paesi africani a rischio, mentre il Viminale, ministero dell'Interno, spedisca nel Lecchese profughi africani senza far chiarezza e rassicurare i cittadini su provenienze e condizioni sanitarie degli "ospiti" stranieri.

5 agosto 2014