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Immigrazione, moderni monatti lucrano all'ombra del buonismo

Lecco (Lècch) - Caro direttore, Tenzin Gyatso, il Dalai Lama, capo spirituale dei buddhisti tibetani, erede di una civiltà che fiorì 1.200 anni or sono, difensore dell’indipendenza del suo popolo, premio Nobel per la Pace, esempio inconfutabile di buonsenso e pacatezza, ha recentemente affrontato la tragica emergenza dei migranti che periscono nel nostro mare e dei clandestini che approdano alle nostre spiagge.

Con parole nobili e chiare ha abbattuto il muro dell’ipocrisia, eretto nel nostra Paese dagli irresponsabili e dai complici dei trafficanti, affermando che: “Il buon cuore non basta, quando sono troppi bisogna avere il coraggio di fermarli ed intervenire nei loro Paesi”. E’ quindi coraggioso respingere i troppi migranti, vigliacco attirarli! Che grande verità da spiegare ai cattocomunisti nostrani!

Il presidente U.S.A. ha invece constatato che, dall’inizio del corrente anno, la frontiera del Texas è stata violata da circa 90.000 immigrati clandestini, provenienti dall’America Centrale ed in maggioranza bambini, spesso non accompagnati: l’incremento rispetto al 2013 è enorme! Per combattere il fenomeno ha così chiesto al Congresso lo stanziamento di 2 miliardi di Dollari e la concessione di maggiori poteri alle autorità locali, perché possano effettuare le catture ed i rimpatri con maggiore celerità.

Il presidente Obama ha inoltre rivolto un accorato appello televisivo alle famiglie che vivono nei paesi confinanti: “Non mandate i vostri figli verso il confine con gli U.S.A. perché, se ce la faranno a passarlo, saranno rimandati indietro! Ma, cosa più importante, potrebbero anche non farcela!”. La maggiore potenza mondiale, che si erge a garante della pace, l’esempio che siamo esortati a seguire in ogni campo e ad ogni livello, la missionaria della democrazia, che diffonde dovunque e con ogni mezzo nelle proprie storiche concezioni, che si sente prescelta da Dio nella convinzione di essere al di sopra del bene e del male, quando vuole difendere la propria terra non teme né la critica dei progressisti, né gli interventi dei buonisti incoscienti, né il biasimo dei prìncipi delle diverse chiese,  impegnati a predicare, accusare, indicare agli altri doveri e colpe, senza mai scendere dai loro eletti e sicuri piedistalli! Gliela dà lui l’America!

Obama è il presidente di un’Unione di Stati: ha il dovere di intervenire in supporto di uno degli Stati membri e, sferzato dai Repubblicani, lo fa con una forza che colà è considerata minima ed insufficiente, mentre in Italia farebbe stracciare le vesti e gridare allo scandalo! E’ qui l’America! L’Unione Europea, senza vergognarsene minimamente, continua a vessarci con l’imposizione della misura dei cetrioli, ma non muove un dito in aiuto alla nostra penisola quando è funestata dalla ricorrente tragedia che viene d’oltremare. Juncker, nuovo presidente della Commissione , ha ipotizzato la creazione di un “Commissariato europeo per l’immigrazione e la mobilità”: è poco, ancora troppo poco, quasi niente, ma è un primo, seppur debolissimo, segnale di attenzione dei vertici europei ad un problema insormontabile  dal nostro Paese.

E’ perciò imprescindibile l’impegno dei nostri rappresentanti,  in qualsiasi posizione e responsabilità, nell’approfondire, aggiornare, ed applicare quanto già elaborato nell’Unione: “Fondo europeo per i rifugiati”, “Quadro comune per l’integrazione dei cittadini dei Paesi terzi”, “Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo” (2008), “Azioni e strumenti a favore dell’integrazione”; assieme alle Comunicazioni della Commissione al Parlamento: “Una politica d’immigrazione comune per l’Europa” (2008), “Una politica migratoria europea complessiva” (2011) ed alle Direttive del Consiglio: “Sanzioni pecuniarie ai trasportatori” (2001), “Titolo di soggiorno per le vittime della tratta di esseri umani (2004), “Definire il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (2002),  “Quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina” (2002), “Protocollo per combattere il traffico di migranti per via terrestre, aerea e marittima” (2006), “Norme e procedure comuni per il rimpatrio di immigrati irregolari” (2008), “Riconoscimento reciproco delle decisioni di allontanamento” e “Voli congiunti per l’allontanamento degli immigrati illegali” (2004).

E’ ovvio che,  approfondito il pregresso, sarà doveroso elaborare e proporre agli Stati membri le più efficaci strategie, perché siano congiuntamente applicate. Si potrà evidenziare che molti dei migranti non provengono da paesi funestati da guerre e guerriglie e che anche tra coloro che fuggono da scenari di guerra si nascondono molti che colà han commesso crimini e misfatti per i quali temono in patria la punizione!  Pochi, veramente pochi hanno i titoli per godere dell’asilo politico! La mancanza di documenti, quasi sempre dolosa, non consente poi di individuare inequivocabilmente i luoghi d’origine, così come non lo consentono i tratti somatici, stante la tradizione nomade e migratoria delle popolazioni afroasiatiche.

Va inoltre respinta la concezione che il nostro Paese sia solo terra di transito per chi vuol raggiungerne altri: seppur ci provano, ne vengono respinti! A noi sono arrivati, da noi si fermano! Per meglio presentare il nostro male agli europei, dovremmo dimostrare quanto lucrano sulle sciagurate emergenze le diverse organizzazioni, spesso sedicenti umanitarie, le cooperative sorte all’occorrenza, i più esosi faccendieri, privati e pubblici, nonché l’onnipresente, onnipotente ed endemica criminalità organizzata. I novelli monatti non gozzovigliano sulle carrette e tra i cadaveri: preferiscono arricchirsi all’ombra del più becero e sinistro buonismo, alla faccia ed a spese di un popolo inerte, inerme ed imbelle!

Essere euroscettici non significa rifiutare qualsiasi forma di aggregazione tra i popoli del continente antico, ma significa semplicemente rifiutare l’attuale conduzione dell’Unione Europea, il suo atteggiamento vessatorio nei confronti dei Paesi meno potenti, la sua cervellotica burocratizzazione, il suo futile impegno in materie di scarsissimo o nessun interesse e la sua totale assenza nei maggiori e più gravi temi che osteggiano l’ armonico sviluppo degli Stati, mai veramente uniti!

Comprendo benissimo che mantenere un atteggiamento serio e responsabile nei confronti di chi si beffa della nostra gente, di chi vuol rallentare la nostra economia, di chi manovra finanza e moneta per mantenerci nel corridoio della “salle à manger” sia insopportabile, ma attualmente, nella pesante situazione che ci penalizza da anni, con le scarse prospettive che stentano a mostrarsi all’orizzonte, non abbiamo la forza per fare un “beau geste” e mandare tutti gli europeisti da strapazzo dove vorremmo mandarli! Dobbiamo avere concreta pazienza e costanza nel proporre e sostenere le nostre tesi, muovendo accuse incontestabili e proponendo soluzioni ragionevoli, senza inimicarci i capataz: kapò e culone sono vendicativi! Un giorno, speriamo, sani e salvi, potremo forse rendere la pariglia… Buona fortuna ai nostri nel Parlamento Europeo!

Lucia Cagliani

Lecco

13 luglio 2014