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Se il Comune di Lecco insegna ai giovani che il lavoro “non paga”

Lecco (Lècch) - Caro Direttore, non capisco, veramente, il perché ci si indigna come faine quando a Calolziocorte qualcuno popone di ridurre lo stipendio del 30% ai lavoratori considerandolo (giustamente) non dignitoso della persona e del lavoratore ed invece si battono le mani e si fa festa, quando qui a Lecco altri, più presentabili (e quindi in realtà maggiormente colpevoli) “pagano” due dita in un occhio dei ragazzi solo perché questi non hanno un lavoro e sono in panchina?

150 euro in buoni spesa per 80 ore di lavoro, ed in generale un Progetto che paga (meno di) un paio di euro all'ora i lavoratori. Stando alle motivazioni dichiarate, il “Progetto” consentirebbe a questi ragazzi di dimostrare che non sono "demotivati e svogliati" come vengono dipinti dai media.

Gli si dà l'occasione di un riscatto sociale, quindi, e stai a vedere che alla fine devono pure ringraziare. Se poi ti domandi se un lavoratore non andrebbe pagato il giusto... Forse no, perché il "progetto" è educativo e vuole dare l'occasione ai giovani di "misurarsi con le regole base del mondo del lavoro: puntualità, impegno, autonomia, lavoro di gruppo, rispetto dell’autorità". E sfruttamento.

Ma un lavoro ed un lavoratore, una persona, non andrebbe pagato il giusto? A prescindere intendo dalla mano che tiene in mano il portafoglio?

Paolo Trezzi

24 giugno 2014