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Rusconi torna a casa e al lavoro L'avvocato: «Non cambia nulla»

Valmadrera - Dopo due mesi di detenzione nel carcere milanese di Opera, l'ex sindaco di Valmadrera ha potuto tornare alla propria famiglia. «Per i magistrati - spiega il suo difensore - non sussiste l'ipotetico pericolo che Marco Rusconi ripeta il reato di cui è accusato». Attesa per l'interrogatorio di Ernesto Palermo.

PUO' TORNARE AL LAVORO. Dovrà presentarsi un paio di volte alla settimana nella caserma dei carabinieri di Valmadrera. E' il cosiddetto obbligo di firma che, per Rusconi, significa la possibilità di uscire dalla prigione e tornare ai propri cari. «Ma anche al suo lavoro», sottolinea il difensore: l'avvocato Sergio Colombo, insieme al collega Enrico Giarda, ha ottenuto un primo risultato superiore alle aspettative, cioè ben oltre la semplice concessione degli arresti domiciliari.

STESSA IMPUTAZIONE. Ma Colombo resta coi piedi per terra. «In realtà - ammette - dal punto di vista giudiziario la situazione non è cambiata di una virgola». L'accusa rimane la stessa, per quell'ipotizzata corruzione collegata all'appalto del lido di Parè che, secondo gli inquirenti, tanta gola faceva alla 'ndrangheta locale.

INTERROGATORIO DECISIVO. «Molto - prosegue l'avvocato - dipenderà dall'interrogatorio di Ernesto Palermo». Il consigliere comunale di Lecco, eletto nella lista Pd, sarebbe il regista dell'operazione: è accusato di lavorare per la famiglia dei Coco Trovato e le intercettazioni che lo riguardano, molte delle quali pubblicate sui giornali, appaiono a dir poco sconvolgenti. I giudici lo ascolteranno il 25 giugno.

18 giugno 2014