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Nel Pd di Lecco “gran consulto” sull'agonia politica di Brivio

Lecco (Lècch) - Le ricadute personali e politiche dello scandalo Metastasi hanno riunito intorno a un tavolo il sindaco Virginio Brivio e i locali vertici piddini. Nel Pd lecchese si parla di questione morale, argomento tabù. Nei giorni scorsi Giorgio Radaelli, già membro della direzione cittadina, aveva protestato perchè sull'affaire Metastasi «alla fine i panni sporchi non si sono proprio lavati, nè in famiglia nè altrove».

BEN DISPOSTI QUADRI. Saranno i fermenti della base, sarà il monito di Matteo Renzi sull'obbligo di rigore e trasparenza nel Partito democratico... sta di fatto che i piddini lecchesi adesso sentono la necessità di parlarsi (rigorosamente tra loro) sulla più scandalosa vicenda mai accaduta sotto il Resegone dopo Tangentopoli. Qui Lecco libera (l'associazione che ha incalzato il sindaco pubblicando ordinanza del gip e intercettazioni ed organizzando una serata sul tema) se ne rallegra, ma non fa sconti: «Ci attendiamo per questo che, appena dopo il partito, il sindaco ritenga opportuno confrontarsi anche con la cittadinanza, in un incontro pubblico con Qui Lecco Libera aperto a tutti, non solo ai ben disposti quadri del ceto partitico».

ECCESSIVO PRESENZIALISMO. Ma, a quanto è dato sapere, la riunione era un farmaco ad uso interno, mentre qualcuno avrebbe voluto mettere un freno alle eccessive "esteriorità" del sindaco di Lecco. Virginio Brivio, duramente criticato dai magistrati dell'inchiesta Metastasi, non accetta la propria fine politica e reagisce come una signorina oggetto di maldicenza: ci si fa vedere dovunque, a testa alta, dall'inaugurazione del punto agricolo di Ballabio alle manifestazioni pubbliche antimafia con prefetto e responsabili delle forze dell'ordine.

TAPPEZZATA DI MANIFESTI. Presenzialismo considerato inutile e controproducente, anche perchè c'è già chi considera Brivio bruciato: come affrontare una futura campagna elettorale con la città tappezzata dai manifesti degli avversari che sparano circostanze, stroncature e intercettazioni dell'inchiesta Metastasi, pubblicate dai giornali? Inutile dire che dalla famosa riunione di giovedì nulla di serio trapela: l'ordine di scuderia è restare arroccati attorno al sindaco che, nonostante tutto, rappresenta la garanzia di mantenere il controllo del capoluogo (e non solo).

SGUARDI QUASI SMARRITI. Tuttavia l'imbarazzo cresce, anche rispetto al frenetico apparire del sindaco di Lecco. Lo ha rilevato Paolo Trezzi, in occasione della recente comparsata di Nando Dalla Chiesa alla Festa democratica del Pd di Lecco sulla legalità. In un intervento, l'esponente del centro Khorakhanè, coglie «certi suoi sguardi insofferenti e quasi smarriti», «quella punta di disagio» del figlio del superprefetto antimafia di Palermo, assassinato dalla mafia. Nando Dalla Chiesa è passato come sui carboni ardenti sulle vicende dell'inchiesta Metastasi, che hanno toccato pesantemente il Pd lecchese. E Trezzi legge «sul volto di Dalla Chiesa, sotto il sorriso da uomo di mondo, il muto pensiero che lo attraversava: "Ma guarda che cacchio mi tocca fare"». Pare che lo stesso pensiero sia passato per la mente a qualcuno l'altra sera, durante la riunione del Pd lecchese.

14 giugno 2014