Invia articolo Stampa articolo
Lecco e il gioco d'azzardo: linea dura “smentita” da... Picasso

AZZARDO NO, ANZI CASINÒ. Lecco - Nel discorso in risposta alla bufera dell'inchiesta Metastasi, il sindaco aveva esibito alcuni pretesi meriti dell'amministrazione, tra cui l'aver posto "il divieto di accettare sponsorizzazioni" da attività di gioco d'azzardo. Ma il consigliere comunale Venturini scopre che la mostra su Picasso è finanziata da un casinò...

FIORE ALL'OCCHIELLO. Volteggiar di stracci alla corte di Virginio Brivio: l'ultima piazzata tra le "primedonne" della maggioranza si consuma sulla coerenza di Appello per Lecco (a cui appartiene l'assessore alla Cultura, Michele Tavola) e dello stesso sindaco circa il rispetto delle regole che l'amministrazione si è data in materia di gioco d'azzardo. Pietra dello scandalo, la mostra “Nel segno di Picasso”, fiore all'occhiello del Comune di Lecco: tutto bene, sinchè Ezio Venturini, consigliere comunale di Italia dei valori non scopre che l'iniziativa lecchese è "targata" Casinò di Campione.

MI VENGA UN COLPO. «Che mi venga un colpo, la testa mi gira e il sangue mi ribolle nelle vene: ma l’articolo 7 non citava... », scrive il consigliere dopo aver visto il logo del casinò sulla locandina della mostra. E ricorda quel provvedimento di cui Brivio ha menato gran vanto in aula: «Una delibera composta da una serie di linee di azione, ben 13 articoli, un documento fatto con proprietà (voluto dall’assessore Armando Volontè), e massimo rigore che ebbe, insieme ad un mio emendamento, l’approvazione. L'art. 7 cita testualmente: di non accettare sponsorizzazioni per iniziative comunali da parte di case da gioco».

DEMENZIALE E DELIRANTE. Da qui l'accusa di "razzolar male" a Tavola e al suo movimento, che ha per portavoce Corrado Valsecchi e presidente Rinaldo Zanini. Furibonda la reazione di Appello per Lecco. Valsecchi definisce "delirante" e "demenziale attacco" la contestazione di Venturini. E poi: «Ennesima, provocazione ingiustificata del consigliere Venturini nei nostri confronti, non ritengo più compatibile la nostra collaborazione in maggioranza con questo consigliere, che si è di fatto posto al di fuori dalla maggioranza di governo attaccando in maniera faziosa e pleonastica un alleato». Della serie, con Venturini non ci prendo più il caffè.

CHI HA BISOGNO DI CHI. Quindi arriva Zanini, che parte da lontano («Il momento è difficile per il Paese, è difficile per il nostro Comune e per la Comunità») e conclude con una giustificazione machiavellica: «Inutile tornare sulla correttezza e bontà della azione dell'assessore Michele Tavola e sul suo contributo importante per mantenere vivi gli aspetti culturali in situazioni economiche penose. Una sola sottolineatura, per i più distratti, è la città di Lecco che ha bisogno della mostra su Picasso e di Picasso, non il contrario».

MACCHINA ORGANIZZATIVA. Si conclude con la controreplica di Venturini: «La galleria Bellinzona (tirata in ballo nella risposta di Valsecchi, ndr) ha richiesto la sponsorizzazione al Casinò di Campione, ma la mostra faceva capo al  Comune di Lecco, fatta al palazzo delle Paure di proprietà del Comune, e l'assessore di riferimento, cioè la macchina organizzativa, sta proprio nella figura di Michele Tavola; inoltre la locandina ha lo stemma del Comune di Lecco».

ARRAMPICARE SUI VETRI. D'altro canto, in occasione della presentazione della mostra, Tavola vantò la sponsorizzazione da parte del casinò, cimentandosi, successivamente, in avventurosi distinguo tra il gioco d'azzardo doc e quello meno buono. «Se poi quel Portavoce di Appello per Lecco si vuole arrampicare inutilmente sui vetri per non dire in tutta onestà che il Casinò di Campione  è una casa da gioco e che conseguentemente ha sbagliato, questo è suo esclusivo problema e dovrà rendere conto all'intera cittadinanza».

Nella foto: Venturini mostra il logo del casinò sul manifesto della mostra.

3 maggio 2014