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La Regione sospende Lovisari: ospedale di Lecco commissariato

Lecco (Lècch) - Confermata l'anticipazione del Corriere di Lecco sul "dimissionamento" del direttore generale del Manzoni. Da martedì pomeriggio Lovisari non è più a capo dell'ospedale di Lecco: la Giunta della Lombardia lo ha sospeso con altri dirigenti della sanità indagati nell'inchiesta della Procura di Milano. L'avvocato Pelizzari ribadisce l'estraneità del suo assistito ai fatti contestati.

IL COMUNICATO. Martedì mattina abbiamo scritto che "Mauro Lovisari, direttore generale dell'ospedale Manzoni, potrebbe lasciare nelle prossime ore". La voce, che circolava nell'entourage del presidente Roberto Maroni, ha trovato conferma in un comunicato della Regione Lombardia, dove si rende noto che "la Giunta regionale ha nominato il commissario per l'Azienda ospedaliera di Lecco nella persona di Giuseppina Panizzoli".

IN VIA CAUTELARE. Sono stati, infatti, sospesi "in via cautelare" i dirigenti della sanità coinvolti nell'inchiesta della Procura di Milano sugli appalti. Com'è noto, Lovisari risulta indagato per i suoi presunti rapporti con Gianstefano Frigerio, l'esponente democristiano finito nei guai ai tempi della prima Tangentopoli e tornato alla ribalta nell'inchiesta che sta mettendo a rischio Expo 2015.

NOTO PROCEDIMENTO. In merito al provvedimento della Giunta regionale si registra una nota dell'avvocato Stefano Pelizzari, difensore del dg del Manzoni. «Il dr. Mauro  Lovisari – ribadendo la sua estraneità ai fatti contestati - ha preso atto della delibera della  Giunta della Regione Lombardia - si legge nel comunicato del penalista lecchese - con la quale è stata disposta la sua sospensione cautelare dall’incarico di direttore generale dell’Azienda ospedaliera della Provincia di Lecco, in ragione della pendenza del noto procedimento penale promosso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano».

PUNTI FERMI. «E’ però opportuno - continua il legale -  rimarcare alcuni punti fermi: il mio cliente è attualmente sottoposto ad indagini in ordine al reato di cui all'art. 353 cp per il quale il pm, nell'ambito di una più ampia inchiesta, ha presentato al gip la richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari; tale istanza è stata tuttavia rigettata dal gip che non ha ravvisato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico del dott. Lovisari; avverso tale ordinanza, risulta che il pm abbia proposto appello avanti il Tribunale del riesame di Milano che, ad oggi, non ha fissato udienza in camera di consiglio; è stata già depositata formale istanza al pm di disporre l’interrogatorio del mio cliente al fine di chiarire ogni aspetto della vicenda».

 

20 maggio 2014