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Valgreghentino, alla Trialario ricordando “Lozza il guerriero”

Valgreghentino (Carghentin) - Domenica 25 maggio a Villa San Carlo di Valgreghentino, si corre la terza prova del circuito del Trialario, ricordando il compianto Ulisse Lozza. In cabina di regia proprio lo staff del Trialario (in primis Bartesaghi) in collaborazione con alcuni appassionati del posto.

IN MEMORIA DELL'AMICO. Si stanno valutando attentamente le zone. Alcuni dettagli: «Ritrovo e zona osteria del Bindon, attorno alle ore 9. La partenza è prevista per le ore 10. Quello che ci tengo soprattutto a rimarcare, che la gara - chi parla è il Bartesaghi - si corre in memoria del nostro amico, e giudice di zona, Ulisse Lozza che lo ricordiamo, e lo ricorderemo, sempre con grande stima ed affetto». Per l’occasione abbiamo voluto interpellare Antonio Alborghetti grande amico del compianto Ulisse, scomparso prima di  Natale, alla giovane età di 52 anni.

TUFFO AL CUORE. «Quando mi avete chiamato dalla redazione del Trofeo Trialario per  chiedere di raccontare qualcosa del nostro amico Ulisse Lozza è stato un tuffo al cuore. Cosa dire di Ulisse a chi non lo ha conosciuto: lui è l'essenza del trial. Quello che piace a me. Ma credo a molti che frequentano le gare del Trialario. Non era un trialista che faceva gare ma era il vero appassionato; quello che la domenica mattina con qualunque tempo era sempre presente», rimarca emozionato Antonio.

SIGARETTA ACCESA. «Di solito - continua - era il primo ad arrivare a Consonno, il posto che lui amava più di tutti. Quando faceva freddo raccoglieva la legna la accatastava ed accendeva il fuoco in modo che gli altri avrebbero potuto trovare un po' di caldo. Quando arrivava la bella stagione, prima di andare in moto, iniziava a girare a piedi alla ricerca di quello che offre il territorio: asparagi selvatici / funghi / castagne, poi li metteva nel suo zaino con cura per portarli a casa a cucinare. Cosi lo trovavi sempre, la sigaretta perennemente accesa il suo sguardo divertito ed attento alla ricerca di tirare fuori una zona nuova».

CUORE E TECNICA. «A lui - prosegue Alborghetti - piacevano i salitoni da terza piena, quelli al limite del ribaltamento che devi schiacciare la moto. Quelli dove ci vuole il cuore e la tecnica, e lui di cuore, come ha dimostrato a tutti noi, lo aveva e molto grande. Era uno di noi, di quelli che piacevano tutte le moto da trial. Conosceva tutte le moto perché Ulisse aveva un rapporto oserei direi intimo con le sue moto, le chiamava per nome: la sua gas gas txt 280 tutta rossa era la Fragolina. La sua beta evo tutta nera la chiamava la Moretta. Della sua jota gas, visto il momento e qui dimostri quanto sei forte dentro, flebo».

LECCATISSIMA. «Chi passava da Vercurago il sabato mattina - ricorda ancora - lo trovava sempre nel suo garage intento a preparare la moto e aveva sempre una parola per tutti. La preparazione della moto era un momento fondamentale perché lui era un preciso, uno che le cose se le faceva da solo e le inventava, perchè la moto non doveva solo funzionante ma anche essere bella, curata, "leccatissima". Ulisse ha dato tanto al trial, per un po' di tempo ha fatto il giudice nel Trofeo Trialario, ha preparato le zone a Consonno, ha pulito i boschi per permettere a tutti di noi di girare».

CICATRICI DA GUERRIERO. «In particolar modo - conclude il lungo e appassionato ricordo - lo devo ringraziare perché soprattutto grazie a lui, a mio fratello, Marco, Barte, Raga (quello vero non quello spagnolo), ho iniziato all'alba dei quarant'anni a fare trial, mi ha insegnato quello che sapeva ma soprattutto a non mollare mai e a prendere quello che la vita passa cercando di cogliere sempre gli aspetti più belli. Quando mi sono fatto male alla mano, lui era già ammalato, io continuavo a farmi "seghe mentali" e lui mi ha detto: "ricordati che ogni guerriero ha le sue cicatrici". Ulisse tu sei il prototipo del guerriero vero quello che avanza sempre, senza paura nelle mille difficoltà che hai dovuto sopportare sempre con il sorriso e con la tua splendida famiglia vicino».

18 maggio 2014