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Lecco e la “metastasi”: il sindaco Brivio già smentito su Palermo

Lecco (Lècch) - Fulminea smentita della linea difensiva di Virginio Brivio sulla candidatura nelle liste Pd di Ernesto Palermo, considerato dagli inquirenti fiduciario della 'ndrangheta in una politica che è già metastasi di per sè. Il sindaco di Lecco aveva detto che Palermo fu candidato solo in quanto segretario di un partito alleato: giustificazione crollata in pochi giorni.

BRACCIO POLITICO. Se Palermo era quel che era, cioè il braccio politico della famiglia dei Coco Trovato come hanno accertato gli inquirenti e come risulterebbe da svariate intercettazioni telefoniche, perchè il Pd, alle elezioni comunali del 2010, ha candidato un soggetto simile (che non era neppure residente a Lecco) nella lista piddina del capoluogo? Virginio Brivio, nella sua concitata autodifesa pubblicata anche su you tube, ha ridicolizzato la figura di Palermo, affermando che costui non sarebbe capace neppure di mettere assieme quattro frasi di senso compiuto.

PARTITO ALLEATO. E allora, a maggior ragione, perchè candidarlo addirittura al Consiglio comunale di Lecco, dove è stato eletto? La risposta, secondo Brivio, è molto semplice: «Palermo era segretario dell’Udeur, un partito alleato, per questo è stato candidato come indipendentemente nella lista», ha detto il sindaco. Insomma, un automatismo, confermato anche dal segretario della federazione provinciale del Pd, Fausto Crimella: «Palermo è stato inserito nelle liste del Pd - ha assicurato - esclusivamente in quanto esponente dell’Udeur».

SALTO DEL FOSSO. A prima vista un "alibi" (politicamente parlando) di ferro, perchè l'Udeur fu realmente alleato del Pd e partecipò al governo di Romano Prodi. Ma fino al 2008! Dopo aver fatto cadere l'esecutivo di Mortadella, Clemente Mastella saltò il fosso e si schierò col Pdl, sottoscrivendo col centrodestra il cosiddetto Patto di San Valentino (febbraio 2009). Nel 2010, l'anno delle elezioni comunali lecchesi "incriminate", l'Udeur si è presentato in regioni e comuni assieme ai berluscones e non più coi piddini. Non è dunque in quanto esponente di un partito alleato che Palermo venne candidato dal Pd lecchese e, successivamente, piazzato proprio nella strategica commissione Urbanistica!

CONTI CHE NON TORNANO. Lo "scivolone" difensivo del Pd e di Brivio viene evidenziato da Qui Lecco libera: sul sito dell'associazione è pubblicato un riassunto dell'affaire, intitolato "Metastasi, tutto ciò che non torna", dove si definisce «ridicola la giustificazione addotta a sostegno della bontà della candidatura di Ernesto Palermo alle comunali del 2010 da parte del Pd lecchese (“era dell’Udeur”): il partito di Clemente Mastella era infatti già alleato dal 2009 non certo del centrosinistra, ma dell’allora Pdl».

INQUIETANTE PARTICOLARE. Si apre, infine, un altro capitolo. Quello delle poltrone in società ed enti pubblici o a partecipazione pubblica. «E c’è un altro inquietante particolare biografico inerente al consigliere comunale Ernesto Palermo - continua Qui Lecco libera -: la sua passata nomina nei Cda delle società pubbliche locali in orbita Silea - Part.e.ll. spa e Il trasporto spa - che apre ulteriori interrogativi sulle sue reali competenze, la considerazione riconosciuta al personaggio e i suoi sponsor politici».

QUESTIONE POLTRONE. La "questione poltrone", nel fine settimana, è stata oggetto anche di un intervento a più voci da parte di esponenti della Lega nord lecchese. Il senatore Paolo Arrigoni, il commissario provinciale Giulio De Capitani, il capogruppo a Palazzo Bovara Cinzia Bettega, l'ex ministro Roberto Castelli e il sindaco di Merate Andrea Robbiani hanno dichiarato di attendersi le dimissioni di Brivio. Poi il "j'accuse" al cosiddetto sistema Valmadrera, cioè il modus operandi del Pd lecchese che garantirebbe situazioni come quella del «sindaco Marco Rusconi, assunto in Idrolario e allo stesso tempo socio della società in qualità di sindaco» e di Fausto Crimella, «messo a fare il presidente di Linee Lecco senza un curriculum adeguato».

7 aprile 2014