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Lecco non è terra di mafia: la vera metastasi sono i furbetti in politica

Lecco (Lècch) - Caro direttore, finalmente leggo sul Corriere di Lecco quello che qui tutti pensano ma che nessuno ha il coraggio di dire per non farsi dare del disinformato o, addirittura, del mafioso!

Cioè che 'ndrangheta, camorra, mafia e compagnia bella, da noi non "pesano" se non nella propaganda o, comunque, sono qualcosa che sporadicamente coinvolge qualche soggetto ma che non può attecchire nel tessuto (ancora sano!!!) della nostra comunità.

Non a caso, quando si parla di presenza della 'ndrangheta da noi, si tratta sempre di elementi legati a quella certa famiglia calabrese che si è impiantata qui. Ma allora mi chiedo, visto che i nomi sono conosciuti, perchè costoro non vengono rispediti al loro paese? Perché non si toglie dalla nostra comunità questo incomodo?

Quando c'è la volontà da parte dello Stato la mafia non può sopravvivere. Lo ha dimostrato Mussolini che, dando carta bianca a Cesare Mori, il grande "prefetto di ferro", fece piazza pulita della mafia, costringendo i mafiosi ad emigrare in America. Poi, dopo lo sbarco in Sicilia, gli americani ce li restituirono nel peggiore e più vergognoso dei modi: fecero un patto di collaborazione con Cosa Nostra, e posero i mafiosi a sindaci e prefetti delle città del Sud appena liberate, per avere una rete italiana di collaborazionisti fidati che non servivano tanto allo sbarco, quanto a mantenere il controllo sulle zone liberate.

Il risultato fu che l'Italia non riuscì, o non volle, più liberarsi di quella rete. Consiglio tra l'altro, la lettura di "Mafia & alleati. Servizi segreti americani e sbarco in Sicilia. Da Lucky Luciano ai sindaci «uomini d'onore»", di Ezio Costanzo. Solo in provincia di Palermo,  furono 62 i sindaci mafiosi, 850 gli amministratori locali mafiosi piazzati in tutto il Sud.

Da noi le cose andarono diversamente, qui la mafia non aveva alcuna forza e gli americani non poterono mafiosizzare il Nord. Già da allora si prospettarono due Italie, due società diverse e con un grado di moralità ben differente: quella che abbiamo conservato fino ad oggi, e che non è messa in pericolo dalle mafie ma da una politica politicante che attira e premia corrotti, cialtroni, lazzaroni, poltronari, giovanotti e meno giovani di belle speranze e tanta faccia tosta, abili in manfrine e parlantina, che vengono paracadutati in lucrosi posti pubblici e a partecipazione pubblica lottizzati dalla politica. Questa è la vera metastasi della nostra società, altro che la 'ndrangheta.

Piero Corti

6 aprile 2014