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Brivio coinvolto in relazioni pericolose? Assurdo, la 'ndrangheta lecchese non conta nulla

Lecco (Lècch) - Chi avrà mai pensato e suggerito la sciagurata "linea difensiva" del sindaco di Lecco? Virginio Brivio, raggiunto da schizzi mediatici sull'onda dell'indagine "metastasi", ha vagheggiato di complotti mafiosi ai danni suoi e del «percorso virtuoso fatto di numerose iniziative a tutela della legalità».

PRESUNTO STRALCIO. In particolare, tutti i media lecchesi hanno ripreso, sbigottiti, un presunto stralcio di ciò che il giudice delle indagini preliminari avrebbe scritto sul conto di Brivio, pubblicato dal Fatto Quotidiano. Qui, veniva definito «allarmante anche se allo stato privo di rilievo penale il comportamento del sindaco di Lecco Virginio Brivio», per il ruolo di mediazione che avrebbe ricoperto nella vicenda conclusasi con l'arresto del sindaco piddino di Valmadrera, Marco Rusconi, e di un consigliere della maggioranza lecchese, Ernesto Palermo.

COMPLOTTO MAFIOSO. Brivio si è difeso adombrando complotti mafiosi: un attacco a colpi di telefonate compromettenti, dove Palermo e Coco, membro della famosa famiglia calabrese, avrebbero largheggiato in affermazioni autolesionistiche pur di gettare discredito sul sindaco e sul cambiamento lecchese. Insomma, i due machiavellici "telefonisti" si sarebbero fatti del male, finendo dietro le sbarre col sorriso sulle labbra pur di risultare credibili. E la Boccassini, che coordina l'indagine, risulterebbe gabbata assieme alla Dda milanese: tutta gente che, in realtà, in fronte non porta scritto sale e pepe. Quanto, poi, alle «numerose iniziative a tutela della legalità» che avrebbero causato la disperata reazione mafiosa, a nostro parere si tratta di robetta, dove spiccano le revoche della licenza a un paio di pizzerie, provvedimenti d'intesa o su input della Prefettura. Nulla da indurre i malavitosi locali a invocare il "muoia Sansone con tutti i filistei".

IL BRIVIO POLITICO. Sin qua il Brivio politico, intento a rispettare il, poco felice, copione piddino: la congiura contro la forza che incarna la legalità antimafia, peculiarità del Partito democratico. Per inciso, il Pd è il partito che vanta il maggior numero di Comuni sciolti per camorra: lo attesta uno studio intitolato "Il colore politico delle amministrazioni disciolte", a cura di Claudio Cavaliere. La ricerca, curata da Legautonomie (l'associazione istituzionale di comuni, province, regioni, comunità montane), e pubblicata nel marzo 2012, certifica che in Campania su 40 comuni disciolti per camorra è il centro sinistra che ne governava un terzo (il 32,5%), seguito dal centrodestra (25%) e dalle liste civiche (20%) e da quelle di centro monocolore (15%), sinistra monocolore (5,0%), sinistra-destra (2,5%).

IL BRIVIO MIGLIORE. Alla fine, tuttavia, è venuto fuori il Brivio migliore, che ha detto la sola cosa seria uscita dalla sua bocca negli ultimi giorni: «Lecco è una città per bene, Il sindaco è una persona per bene, i cittadini di Lecco sono per bene: guai a chi metterà in dubbio che questa è una città per bene». Lecco, dunque, non è terra di mafia e i mafiosi qui approdati non sono lecchesi. La mafia non è portatrice di metastasi, è frutto della metastasi sociale, si radica laddove fioriscono il parassitismo, l'ignavia, la mollezza dei costumi. In questa terra, invece, a lasciare il segno da generazioni sono l'aspro lavoro, la caparbietà e la ruvidezza della sua gente. Tutto il resto è propaganda, sulla quale, peraltro, il partito di Brivio ha marciato a lungo.

ABILE ED ATTENTO. Da questa politica, da tutta la politica generosa dispensatrice di denaro pubblico, poltrone e impieghi, ci aspettiamo poco di buono: nei partiti, nelle istituzioni, ogni cosa sembra congegnata per istigare all'avidità l'animo umano. Abbiamo visto politici solerti nel farsi rimborsare la confettura e persino il bisognino, cioè il costo di un accesso alla toilette pubblica: come negare a priori che qualcuno fosse tentato dalla mazzetta? Viceversa, e a prescindere da ogni considerazione morale, ci sentiamo d'escludere che un sindaco di capoluogo, sano di mente, abile ed attento nel pianificare i passi della sua promettente carriera pubblica, vada ad impegolarsi con una realtà criminale che, nel Lecchese, conta quanto il due di coppe a briscola.

Giulio Ferrari

5 aprile 2014