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Barbiere di Lecco sconfigge il fisco

Lecco (Lècch) - La vittoria di Davide contro Golia: un parrucchiere lecchese, ingiustamente finito nel mirino del fisco, è riuscito ad ottenere l’annullamento dell’oneroso accertamento disposto nei suoi confronti.

IMPOSTE E SANZIONI. Secondo l’Agenzia delle Entrate, i ricavi denunciati al fisco non erano veritieri. Un parrucchiere lecchese si è visto così rettificare d’ufficio la propria dichiarazione dei redditi con l'attribuzione di un fatturato più alto, determinato induttivamente attraverso una ricostruzione delle ore di lavoro e della resa oraria. Risultato: imputazione di ricavi maggiori della realtà, con il salasso di relative imposte e sanzioni. Oltre al danno del lavoro che cala per effetto della crisi, la beffa di un fisco che pretendeva di fargli pagare le tasse come se nel suo negozio ci fosse la coda per barba e capelli.

BUONA FEDE. Ma l’artigiano non si è arreso. Con l’aiuto dell’Ufficio fiscale di Confartigianato Lecco, ha predisposto le argomentazioni per il ricorso e ha fatto in modo che la sua buona fede venisse riconosciuta. Una sentenza della Commissione tributaria provinciale ha infatti deciso per l’annullamento dell’accertamento disposto nei suoi confronti.

REGOLE PROCEDURALI. Spiegano Armando Dragoni e Francesco Chirico dell’Ufficio fiscale: «L'annullamento dell'accertamento è avvenuto anche grazie al fatto che abbiamo contestato la mancata osservanza di alcune regole procedurali. In particolare non sono stati rispettati alcuni diritti previsti dallo Statuto del contribuente e dalla normativa europea a tutela dei contribuenti. La Commissione ha riconosciuto queste omissioni dell'Agenzia delle Entrate e le ha dato torto».

ACCERTAMENTI ERRATI. «Lo Statuto del Contribuente, con una legge che esiste dal 2000 - proseguono -, dispone che le relazioni tra contribuente e amministrazione finanziaria debbano essere improntate al principio della collaborazione e della buona fede. Il rapporto che auspichiamo si realizzi è proprio questo: nello spirito dello Statuto del Contribuente, vorremmo intensificare il confronto, anche preventivo, con l'Agenzia delle Entrate con l’obiettivo di evitare accertamenti induttivi errati, o sproporzionati, che creano inutili e costosi contenziosi sia per le imprese sia per la pubblica amministrazione».

3 aprile 2014