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Provincia di Lecco addio: scatta l'operazione “stipendio politico”

Lecco (Lècch) - Con la riforma degli enti locali, la Provincia di Lecco si appresta ad un'agonia di qualche mese senza futuro e... senza stipendio ai politici. Quanto basta perchè, per passione o denaro, l'istituzione venga mollata nella sua fase "terminale" da chi ha qualche carta da giocare altrove. A cominciare dal presidente, approdato al volo al Pirellone.

AGLI ENTI LOCALI. Daniele Nava, ex consigliere comunale di An ed oggi presidente provinciale uscente passato al Ncd, si è tempestivamente accasato in Regione. Alla corte di Roberto Maroni, Nava ricoprirà il ruolo di sottosegretario con delega agli enti locali, incarico per il quale possiede certamente la dovuta esperienza dopo 17 anni trascorsi tra Comune capoluogo e Provincia.

AMORE GRATUITO. Molto più incerti, invece, gli immediati destini di Villa Locatelli, lasciata dal suo comandante ben prima del previsto naufragio. Scaduto il mandato nella prima metà di Giugno, il presidente avrebbe potuto portare a buon fine il suo incarico nel periodo conclusivo della transizione previsto dalla riforma Delrio. Si sarebbe trattato di un atto di amore gratuito per l'istituzione dalla quale si era ricevuto tanto, in termini di visibilità politica e vile denaro.

CIVICA PREMURA. Nell'ultimo periodo di esistenza, "mamma Provincia", non è più in grado di sfamare i propri figlioli che avrebbero dovuto rimane al suo capezzale in atto di generosa riconoscenza e civica premura. Per alcuni, invece, pare scattata l'operazione "stipendio politico", alla ricerca di una tempestiva ricollocazione.

MERCATO DELLE POLTRONE. Intanto il M5S prende atto della fine del complesso rimpasto che ha consentito (anche) l'inserimento di Nava nella squadra di governo della Lombardia. E punzecchia Maroni, il quale ha dovuto esaudire le richieste degli alleati e il requilibrio tra Forza Italia e Ncd: «E’ il solito mercato delle poltrone, con Maroni a fare da ambulante - dichiara Giampietro Maccabiani, protavoce grillino -. Speriamo solo che il Consiglio regionale, dopo il blocco delle ultime settimane causato dalle guerre interne della maggioranza, torni a lavorare».

29 aprile 2014