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Provincia di Lecco, inizia l'agonia. Nava: «Così truffano il popolo»

Lecco (Lècch) - I lecchesi potranno risparmiarsi il fastidio di mandare a Villa Locatelli consiglieri, assessori e presidente. Dal 2015 saranno i sindaci a occupare quelle poltrone. Al Senato, infatti, è passata la riforma del ministro Graziano Delrio che, ora, torna alla Camera per la conversione in legge. Notizia presa malissimo da Daniele Nava, presidente della agonizzante Provincia di Lecco.

PEGGIO NON POTEVA. «E' una truffa ai danni del popolo!». Così Nava accoglie la riforma Delrio che prevede un criterio di gratuità per l'esercizio delle funzioni di presidente e consigliere provinciale, trasformando i consigli provinciali in assemblee dei sindaci. «Siamo giunti al termine della vicenda Province - afferma il numero uno di Villa Locatelli - e la questione si chiude come peggio non poteva, cioè con una truffa ai danni del popolo».

NESSUN RISPARMIO. E Nava elenca gli aspetti "truffaldini" del provvedimento. «La truffa - continua - è composta da diversi elementi: innanzitutto, cosa ormai riconosciuta dai maggiori organi di informazione e certificata dalla Corte dei conti, non vi sarà risparmio alcuno per la pubblica amministrazione, anzi forse costi aggiuntivi. In secondo luogo non si cancellano le Province, ma si cancella il voto popolare: le Province continueranno a esistere, ma gli amministratori saranno scelti dai sindaci, quindi dai partiti».

SINISTRA PIGLIATUTTO. E non è tutto. «Inoltre - aggiunge - ci sarà la più totale confusione tra nuove Province, Comuni e Regioni per l'attribuzione delle competenze, con probabili disagi nei servizi erogati alla collettività. Infine, e questo è l'unico punto pensato bene da Renzi per la sua parte politica, essendo la maggioranza dei Comuni in mano alla sinistra in Italia avremo 110 Province su 110 che saranno governate dal centrosinistra».

ORA LE REGIONI. Dunque, secondo Nava, un calcolo politico mascherato da risparmio economico. E una beffa alla democrazia. Un capolavoro compiuto ai danno del popolo, ma quando il popolo si accorgerà di essere stato raggirato per l'ennesima volta forse avrà voglia di punire i rei, almeno nelle urne, sempre che i nemici del voto popolare lascino ancora votare il popolo per qualche livello di governo, visto che ormai dopo il Senato e le Province pare che l'attacco tocchi alle Regioni... ».

CONSIGLIERI MOLTIPLICATI. E sulle contraddizioni della riforma interviene anche il senatore lecchese Paolo Arrigoni: «Il ddl Delrio - sottolinea - introduce le città metropolitane in numero che supera persino quelle esistenti in tutta Europa. Eppure ieri il premier si è affrettato a dire che 3.000 politici smetteranno di ricevere un'indennità dagli italiani. Ma si è guardato bene di dire (in relazione alle modifiche della composizione dei Consigli e delle Giunte comunali delle municipalità sotto i 10.000 abitanti) che ci saranno 26.386 consiglieri e 5.082 assessori comunali in più, che un'indennità comunque la percepiranno».

27 marzo 2014