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«Le banche applicano condizioni peggiori alle aziende lecchesi»

Lecco (Lècch) - Le banche rendono difficile la vita alle aziende lariane. Lo denunciano Confindustria Lecco e Unindustria Como, che hanno elaborato i dati dell’Osservatorio congiunturale relativi al secondo semestre 2013, esaminando anche gli aspetti riguardanti i rapporti con gli istituti di credito.

PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI. Non ha addolcito il sistema bancario la catena di regali elargiti dal governo Letta-Alfano, culminati nel cosiddetto decreto Imu-Bankitalia: le banche continuano a complicare l'esistenza alle imprese lecchesi e comasche. «Nel secondo semestre - affermano Confindustrie e Unindustria -, oltre il 25% del campione ha segnalato un peggioramento nelle condizioni praticate sulle commissioni bancarie, sulle garanzie e sui tassi di interesse, a fronte di un miglioramento indicato solamente nel 6,2% dei casi».

SE SI FERMA L'INDUSTRIA. Nello specifico locale, la situazione appare ancora più grave per il Lecchese, dove si registra il minor numero di aziende che hanno indicato un miglioramento nel corso dell’ultimo semestre, sia in termini di commissioni, garanzie e tassi, sia in termini di espansione delle linee di credito. «Gli istituti di credito - commenta Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco - sanno benissimo che se si ferma l’industria si ferma tutto. Tale considerazione dovrebbe stimolarli a sostenere nel miglior modo possibile il mondo produttivo. Da soli infatti non si va da nessuna parte: occorre l’impegno di tutti».

RIDUZIONE DELLA DOMANDA. Insomma, le banche dovrebbero esercitarsi nella continenza, domando l'ingordigia del profitto ed assumendo un atteggiamento di opportuna lungimiranza. La situazione delle imprese al tempo della crisi, d'altro canto, richiederebbe un maggior senso di responsabilità sociale da parte del sistema bancario lariano. La congiuntura con il semestre gennaio-giugno 2013, secondo l'analisi di Confindustria-Unindutria, segnala una riduzione della domanda (-2,4%), da un lato, e, dall’altro, una stabilità nei livelli di attività produttiva (+0,8%) e di fatturato, che non indica variazioni.

AMMORTIZZATORI SOCIALI +11,4%. Ancora problematici i dati occupazionali, che devono tener conto dell’andamento registrato dagli ammortizzatori sociali. Il 2013 ha mostrato infatti un incremento dell’11,4% rispetto al 2012, considerando il numero di dipendenti rapportati a zero ore, dell’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, della cassa in deroga e dei contratti di solidarietà. In diminuzione invece il ricorso alla cassa integrazione ordinaria, ridotta di circa il 19%.

14 febbraio 2014