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Cgil lecchese sindacato “vecchio” Pensionati il 60% degli iscritti

CGIL ANCOR PIÙ VECCHIA. Lecco - Cgil lecchese alle prese con una crisi di identità: i non lavoratori (pensionati) iscritti al sindacato "rosso" sono 25.609, mentre i lavoratori attivi sono assai meno, 17.644. Rispetto alla seconda categoria, la Cgil di Lecco ha perduto 466 tesserati in un solo anno.

DOPOLAVORO E "DOPOLAVORO". Il dopolavoro in senso classico venne inventato dal fascismo che, il 1° maggio del 1925, istituì l'Opera nazionale del dopolavoro (Ond) con lo scopo statutario di "curare l'elevazione morale e fisica del popolo, attraverso lo sport, l'escursionismo, il turismo, l'educazione artistica, la cultura popolare, l'assistenza sociale, igienica, sanitaria, ed il perfezionamento professionale". Attività finalizzate a migliorare la qualità di vita del lavoratore attivo. Oggi esiste un diverso "dopolavoro" di cui si prende, invece, cura la Cgil: il periodo del pensionamento, che il sindacato riempie con iniziative di socializzazione, svago e assistenza burocratica.

SINDACATO CANUTO. In vista del congresso lecchese, in calendario giovedì 27 e venerdì 28 febbraio, la Cgil si fa i conti in tasca, scoprendosi in calo di iscritti e sempre più canuta. Situazione che emerge dal numero dichiarato dei tesserati alla Camera del lavoro, sceso dai 44.228 del 2012 ai 43.990 del 2013. Gli iscritti pensionati, invece, si confermano come categoria dominante del sindacato: 25.609 contro i 17.644 attivi.

ESODO DEGLI ATIPICI. Calano soprattutto collaboratori, partite iva, contratti a progetto, che fanno segnare un tracollo di oltre 50% degli iscritti nel settore dei cosiddetti lavoratori atipici. All'orizzonte della Cgil lecchese, dunque, il rischio di una progressiva mutazione genetica: da sindacato dei lavoratori ad associazione di "categoria" della terza età.

6 febbraio 2014