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Leuci, il Pd: «Nessun accordo sottobanco»

Lecco (Lècch) - Sul "caso Leuci" è guerra aperta nella sinistra lecchese, con il Pd che scende in campo per difendere la "onestà" dei discussi accordi, stipulati tra l'amministrazione comunale di Virginio Brivio e la proprietà della storica azienda in fase di dismissione. Di seguito pubblichiamo la presa di posizione dei vertici piddini locali.

«Tredici persone e otto sigle di movimenti-partiti-associazioni hanno indirizzato una “lettera aperta” al sindaco Brivio e all’Assessore Volonté sulla situazione alla Leuci, chiedendo smentite e dichiarazioni. Il tutto per una preoccupazione dei firmatari “acuita da voci che lascerebbero intendere” un “presunto impegno, seppure non formale e ufficiale “sottobanco” da parte dell’Amministrazione Comunale”. Evidentemente i firmatari della lettera sono abituati ad assumere posizioni sulla base di “voci” e a prendere impegni “sottobanco”, e pensano che anche gli amministratori comunali utilizzano questi metodi».

«Vogliamo ricordare loro, e in particolare lo ricordiamo al consigliere Magni Alessandro, che il sindaco e l’assessore stanno operando all’interno di un mandato approvato all’unanimità dal consiglio comunale: “sostenere il progetto cittadella della luce all’interno di un percorso di programmazione negoziata, di concerto con la Provincia, la Regione, la proprietà Leuci, le Aziende interessate al progetto, i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro”.La legge che prevede la possibilità di stipulare un contratto per il recupero produttivo definisce bene gli obiettivi (progetto di investimento che generino una pluralità di nuove iniziative imprenditoriali con immediato effetto di riassorbimento occupazionale), e qualora l’accordo (che deve essere sottoscritto da tutte le istituzioni, dalle parti sociali e dalle Aziende) comporti varianti agli strumenti urbanistici, il progetto di variante deve essere depositato nella segreteria comunale per 15 giorni consecutivi, durante i quali chiunque può prendere visione e presentare osservazioni».

«Inoltre, l’adesione del sindaco a un accordo che comporta modifiche agli strumenti urbanistici deve essere approvata dal consiglio Comunale entro 30 giorni a pena di decadenza. E’ bene rammentare che a novembre dell'anno scorso tutto era tragicamente fermo e che le speranze ormai morte hanno ritrovato vitalità solo grazie al deciso intervento del prefetto, che ha riportato al tavolo il signor Pisati, proprietario dell’area, e quello prezioso di Volontè, che ha trovato partners credibili e disponibili».

«Le intenzioni delle parti sono state fatte sottoscrivere e rappresentano una proposta, per ora l'unica, che il tavolo territoriale dovrà esaminare e valutare. Senza proposte da valutare il tavolo è inutile, così come sono inutili e dannose le polemiche sollevate. Il Consiglio comunale e l’intera città sono ampiamente garantiti sulla trasparenza delle scelte per il lavoro e per il bene della città. Le persone serie, soprattutto se consiglieri comunali, devono far riferimento ai fatti e alle norme di legge, non alle voci».

«Ipotizzare presunti impegni “sottobanco”, oltre a essere una insinuazione grave e offensiva nei confronti di chi si occupa di trovare una accordo per realizzare posti di lavoro, squalifica l’onorabilità delle persone che hanno il dovere di conoscere le leggi e la possibilità di accedere alle informazioni sulle ipotesi che vengono elaborate. Al sindaco e all’assessore riconfermiamo la piena fiducia del Pd e del suo gruppo consiliare. Con l’augurio che si possa finalmente pervenire ad un accordo con tutte le parti a favore dei lavoratori Leuci ma anche di tutta la città. Siamo consapevoli che l’accordo sarà possibile soltanto se tutte le parti potranno ritenerlo equilibrato rispetto ai diversi interessi, e pensiamo che i pregiudizi non aiutano a promuovere lavoro e sviluppo».

Fausto Crimella (segretario  provinciale Pd), Giovanni Fornoni (segretario cittadino Pd), Stefano Citterio (capogruppo consiliare).

4 febbraio 2014