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Piano anti corruzione di Lecco: nessuna novità e tante parole

Lecco (Lècch) - La Giunta comunale di Lecco ha adottato il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della illegalità 2014-16. Un atto presentato come una svolta nella pubblica amministrazione ma che, in realtà, si concretizza nell'affermazione di tre regole di comportamento che non costituiscono nessuna novità.

IMPEGNO CONCRETO. «Questo è il nostro impegno concreto in materia di prevenzione della corruzione». Il sindaco Virginio Brivio è soddisfatto, ora anche Lecco potrà iscriversi nel club dei Comuni che, nero su bianco, si sono dotati di misure per combattere la corruzione e le infiltrazioni della criminalità organizzata. Lo scopo del Piano triennale, adottato giovedì dal Comune, è quello di "evitare il realizzarsi dei fenomeni di corruzione, verificare l’integrità delle azioni e dei comportamenti del personale comunale, prevenire danni economici e all’immagine dell’ente". Propositi encomiabili ma, nel concreto, in cosa consiste la svolta del Comune di Lecco?

OBBLIGHI E TUTELE. Ecco le misure partorite dal documento di 22 pagine che racchiude il Piano triennale: 1) obbligo del dipendente comunale a rispettare le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell'ente, nonché di prestare la propria collaborazione al responsabile della prevenzione della corruzione, assicurando allo stesso ogni comunicazione di dati e informazioni; 2) la tutela del dipendente che effettua la segnalazione di condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza; 3) gli obblighi in materia di astensione dei dipendenti in caso di conflitto d’interessi.

DOVERI ELEMENTARI. A leggere le prescrizioni del documento qualche cittadino si è posto la domanda se, sino ad oggi, ai dipendenti comunali fosse lecito comportarsi diversamente, ovvero non rispettare le norme che impediscono comportamenti illeciti, oppure di non collaborare con chi è preposto al contrasto della corruzione, e se venisse negata la tutela dei dipendenti che collaboravano per impedire episodi di illegalità, o, ancora, se a tali dipendenti fosse permesso operare in pieno conflitto di interesse. In effetti le misure elencate rientrano in assodati doveri di fedeltà dei dipendenti, non solo pubblici: difficile parlare di "svolta epocale" a proposito del Piano triennale per la prevenzione della corruzione e dell’illegalità 2014-16.

1 febbraio 2014