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“Sindaci del Pd e Iuc: lacrime di coccodrillo”

Lecco - Sulla Iuc – l’Imposta unica comunale – arriva la stroncatura del senatore Paolo Arrigoni (nella foto). Il parlamentare lecchese punta il dito contro i sindaci piddini: "Appartengono al maggior partito dell’attuale e della precedente maggioranza con Monti, principale responsabile di questa tassazione”.

“Iuc - rileva Arrigoni - è il nuovo contenitore che ha al suo interno la Tari, la nuova tassa rifiuti, la Tasi, la nuova  tassa per i servizi comunali indivisibili, e l'Imu, che permane per seconde case, capannoni e negozi. Sarà dunque Iuc la bestia famelica che dal 2014 entra dalla finestra dopo che Imu su prima casa e Tares escono dalla porta”. Proprio sugli immobili, come affermato peraltro da Confedilizia, rispetto ai 20 miliardi di tasse versate per l’Imu nel 2013 (già aumentate di 10,1 mld rispetto alla vecchia Ici del 2011) si prevede per il 2014 un gettito per l'accoppiata Tasi-Imu di ben 23,8 miliardi, quasi 4 in più rispetto a quest'anno.

“Ma attenzione – avverte Arrigoni – questi numeri valgono nella migliore delle ipotesi, vale a dire con l’applicazione dell'aliquota minima della Tasi che difficilmente i comuni riusciranno a mantenere per le gravi difficoltà di bilancio”. E l’ex sindaco di Calolziocorte non le manda a dire ai primi cittadini piddini: “Lacrime di coccodrillo quelle degli amministratori del Pd che bocciano la manovra di bilancio; appartengono al più grande partito dell’attuale e della precedente maggioranza con Monti, principale responsabile di questa tassazione”. La riforma dell’imposizione fiscale degli immobili, promessa invano dal Governo per fine agosto, è arrivata in ritardo con la legge di stabilità approvata martedì in Senato con la fiducia, dopo ben quattro settimane di melina da parte di Governo e maggioranza in Commissione bilancio.

“L'assurdo è che gli articoli di riferimento siano stati modificati dal Governo solo sei ore prima della conclusione forzata dei lavori, senza possibilità di discuterli e apporvi modifiche”, spiega Arrigoni. Una grave forzatura, un enorme errore su un tema che dal 2012 ha messo in ginocchio famiglie e imprese e che, per questo, avrebbe dovuto consigliare maggior cautela e un maggior approfondimento. Ha invece prevalso l'arroganza dell'esecutivo sulle spalle del paese".

Secondo Arrigoni “non serviranno le poche deduzioni promesse dal Governo. La riforma sugli immobili è il simbolo di una legge di stabilità con pochissime luci e che non dà speranza al paese, una manovra che porta pochi investimenti, risibili anche sul fronte del drammatico problema del dissesto idrogeologico dei territori, che non taglia la spesa pubblica, che non sblocca il patto di stabilità per i comuni e che, soprattutto, porta più tasse”.

28 novembre 2013