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Corriere di Lecco visto dal direttore: "Quel lettore scettico che fa per noi"

Che bisogno c'era di un altro giornale? Me lo ha domandato uno di quei personaggi che portano stampata sulla faccia l'espressione corrucciata del biasimatore in servizio permanente effettivo. Ho pensato: sempre la stessa solfa del bastian còntrari. Stavo per togliermi di torno il criticone, quando quel soggetto allenato alla quotidiana disapprovazione mi ha irretito, parola dopo parola, avvolgendomi nel suo incalzante proclama.

LA TIRITERA. Che bisogno c'era di un altro giornale, ha insistito quello, argomentando così: i soccorsi sono sempre "prontamente intervenuti", e intanto il poveraccio se n'è andato al Creatore, e allora si assicura che "non potevano far altro che constatarne il decesso"; le forze dell'ordine "battono tutte le piste", anche quando in giro non si vede una divisa; i medici si erano "prodigati per salvarlo", e invece (ahilui!) il paziente è crepato sotto i ferri; fondazioni, banche e club di danarosi, che si fan belli con la filantropia a buon rendere, sono "campioni di solidarietà"; il padrone che licenzia per speculare con la delocalizzazione, dimostra una "visione globale del mercato" e "tiene alta la bandiera dell'imprenditoria italiana"; il pensionato e il senzatetto che si lamentano se l'ultimo arrivato vien sempre prima, incarnano l'"egoismo xenofobo"... L'abbiamo già imparata, questa tiritera: a cosa serve, ha proseguito, un giornale-pappagallo? Tanto più che alle frasi fatte, a quelle definizioni obbligate, in pochi ormai prestano fede perchè chi legge i giornali è spesso più adulto di chi li scrive.

OCCHIO DISINCANTATO. Così parlò il lettore "incredulo", e come dargli torto? Gli ho fatto una promessa: il Corriere di Lecco non lo tratterà da bamboccio. Non racconteremo le cose come sta bene ai "maggiorenni" (lo so, lo so, si dice maggiorenti) della nostra città; non saremo il tassì che scorrazza (virtualmente) lorsignori nel Lecchese (la mancetta è compresa nel servizio); non suoneremo la grancassa dei buoni sentimenti quando all'ombra del gran gesto intuiremo la piccolezza del fariseo. Invece guarderemo tutto e tutti con occhio limpido ma disincantato, memori di quanto ammonisce la Bibbia ("Maledetto l'uomo che confida nell'uomo", Ger. 17, 5-6) e di ciò che insegna l'esperienza delle cose del mondo. Così, se riusciremo ad offrire un senso alla lettura del "lettore difficile", avremo dato maggior significato anche alla nostra professione.

A SETTEMBRE. Comprendiamo il lettore scettico, e chi ci legge capisca noi. Non faremo i comodi altrui, quindi ci faremo un po' i nostri. A cominciare dalla scelta di concederci il meritato riposo festivo. Il Corriere di Lecco, infatti, viene aggiornato solo parzialmente la Domenica e nelle altre feste comandate. Riposatevi anche voi, cari lettori, dal bombardamento di informazioni e chiacchiere a cui siete, e siamo, sottoposti. In cambio della vostra comprensione, vedremo di far bene il nostro mestiere: al termine del periodo di rodaggio, spero che già dalla fine di settembre saremo in grado di fare il primo "tagliando" e mettere su strada, al meglio, questo giornale.

Giulio Ferrari