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Ambiente, l'allarme di Signorelli: alti livelli di radon nel Lecchese

PAURA RADON. Allarme radon di Signorelli: i livelli di gas cancerogeno lecchesi sono di gran lunga superiori alla media nazionale.

LECCO - Sul Lecchese e sulla nostra salute non incombe solo il Pm10 o il letale amianto: la minaccia più inquietante oggi si chiama radon, seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo. L'allarme arriva dall'assessore provinciale Carlo Signorelli che martedì mattina ha presentato a Villa Locatelli la "Relazione analitica sullo Stato dell’Ambiente in provincia di Lecco".

BRIANZA, CAPOLUOGO E VALSASSINA. Uno studio che giunge a 8 anni di distanza dal precedente, mostrando la radiografia aggiornata della situazione ecologica lecchese. Protagonista della ricerca, illustrata da Signorelli, l'inquinamento in tutti i suoi aspetti. L'assessore parte dal "classico" smog. C'è la problematica Brianza "con una situazione - afferma - molto critica, praticamente sovrapponibile ai comuni dell’hinterland milanese, tanto che 13 Comuni figurano in zona A1: nel 2010 a Merate ci sono stati 89 superamenti del valore limite per il Pm10". Va un po' meglio per Lecco e cintura, "in una condizione leggermente migliore, grazie - spiega l'assessore - alla maggior ventilazione e un numero di superamenti annui inferiori: nel 2010, per il PM10 sono stati 36 per la stazione di via Amendola e 40 per la stazione di via Sora vicini, ma ancora superiori al limite massimo di 35 stabilito dal decreto ministeriale 60/2002". Si tira un sospiro di sollievo sul lago e in Valsassina, "con una situazione decisamente migliore, fatto salvo - sottolinea - il problema dell’ozono nelle giornate calde della stagione estiva, problema presente su tutto l’arco delle Prealpi e dell'Appennino originato da precursori chimici immessi nell’atmosfera anche a molti chilometri di distanza".

MINACCE PEGGIORI. Ma le note più dolenti arrivano dalle minacce peggiori. "Sempre in tema di qualità dell’aria - denuncia Signorelli - non appaiono risolti i problemi della rimozione dell’amianto, che la Provincia di Lecco assieme ad Asl e Arpa vorrebbe affrontare con un progetto ad hoc, e della presenza del radon nel terreno con un valore medio provinciale di 116 Bq/m3 contro una media nazionale di 70 Bq/m3". E così il Lecchese si scopre tra le terre a più alto contenuto di radon della penisola. La scarsa sensibilizzazione in materia indurrà molti a far spallucce, invece la questione è seria. Il radon, infatti, è un gas nocivo alla salute, tanto che è ritenuto la seconda causa di tumori ai polmoni dopo il tabagismo. Si trova soprattutto nel tufo, in particolari terreni e materiali edili: da qui il gas cancerogeno contamina gli ambienti, specialmente nelle abitazioni che difettano di una adeguata aerazione.

LECCO E IL DEPURATORE. In aggiunta all'aria, la criticità maggiore riguarda l'acqua dove, a livello comunale, si registrano "reti e impianti spesso obsoleti" al punto da originare oltre 40 procedure di infrazioni Ue. Molto critica anche la situazione del depuratore di Lecco. Per quanto riguarda l'ammodernamento dello strutture, Villa Locatelli si è impegnata con l’approvazione nel 2010 del Piano d’ambito, a cui ha fatto seguito l'affidamento della gestione del servizio idrico alla società Idrolario e l’approvazione di un piano d'interventi che prevede investimenti per oltre 40milioni di euro. Ci si consola coi dati "complessivamente positivi" della raccolta dei rifiuti, del settore faunistico (pesci, uccelli e mammiferi) e di quello energetico così come, sostiene Signorelli, per le acque di balneazione, "che registrano dati e trend complessivamente accettabili".

RICICLONI E NO. Le quote della raccolta differenziata si sono consolidate col 59,1% rilevato nel 2010 e puntanto all’obiettivo del 62,2%: nell'elenco virtuoso dei comuni più ricicloni svettano Monticello Brianza (74,5%), Lierna (74%) e Airuno (73,3%); nel libro nero dei meno scrupolosi, figurano Sueglio (27,5%), Introzzo (24,8%) e Morterone (24,3%). Si tratta di differenze ancora troppo ampie tra vertice e fondo della graduatoria. Non mamcano i fiori all'occhiello di Villa Locatelli: l’adozione di un Piano Provinciale energetico nel 2009; la metanizzazione del territorio operata dalle società partecipate (76mila impianti a metano su 117mila censiti); 18 impianti attivi nella produzione di energia idroelettrica e 27 in attesa del via libera, percentuale molto superiore alle medie nazionali e regionali; una produzione annua che avvicina il Lecchese all'autosufficienza (390GWh che soddisfano 130mila utenze); 16.563 kW di fotovolatico installati (erano appena 1.451 kW del 2009). Buonultima la campagna di controllo delle caldaie, finalizzata alla sicurezza degli impianti, al risparmio energetico e alla lotta contro l'inquinamento che proseguirà anche nel 2012 in altri 15 Comuni sorteggiati. Dati che fanno esprimere soddisfazione al presidente della Provincia, anche perchè ottenuti senza inutili aggravi economici: "La Relazione analitica sullo Stato dell’Ambiente in provincia di Lecco - sottolinea Daniele Nava - è il frutto del lavoro del nostro personale: è stata, dunque, ottenuta senza commissionare dispendiosi incarichi esterni".

Nella foto: Carlo Signorelli e, alla sua destra, Daniele Nava.

11 ottobre 2011