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Femminicido: nessuna sottovalutazione, soltanto realismo

Egregio direttore, ho letto la nota Inter nos sul tema del femminicidio e sono rimasto senza parole. Ma come si può affrontare un tema tanto drammatico e doloroso accontendandosi del fatto che gli omicidi commessi in un anno sono agli stessi livelli di venti anni fa?

Mi sembra drammatico che in venti anni non sia cambiata la cultura e non sia scomparso un fenomeno tanto atroce quanto inaccettabile. Su un tema come questo le posizioni di sottovalutazione che puntualmente emergono rischiano di ampliare il terreno di coltura della violenza contro le donne e contro chi si trova in una posizione di debolezza; oggi la giornata è stata aperta dalla notizia di un ragazzino di 14 anni che si è suicidato a causa delle violenze morali subite per la sua omosessualità. Io auguro alle persone che con tanta leggerezza giudicano non prioritari i temi del femminicidio, dello stalking, dell'omofobia, di non essere mai toccati da vicino da queste tragedie.

Marco Molgora

Egregio signor Molgora,
la sua equazione realismo uguale disinteresse non sta in piedi. Esaminando i dati del cosiddetto femminicidio, abbiamo rilevato che la pretesa emergenza tale non è: l'Italia, a livello europeo e mondiale, è il paese col più basso tasso di donne uccise e, inoltre, qui il fenomeno si presenta costante da una vita. Di inaudito c'è lo strombazzamento sui media.

C'è, anche, un presidente della Camera che sente la necessità di assecondare questa moda mediatica, facendo lavorare i parlamentari d'estate per legiferare d'urgenza su una questione che non presenta nessuna novità. Constatare la realtà delle cose non è sottovalutazione: i delitti sono sempre fatti angoscianti e scandalosi, vanno puniti severamente ma alcuni restano inevitabili poichè congeniti alla cattiveria e alla limitatezza umana. Si uccide per il potere (una nuova guerra è alle porte), si uccide per vendetta, si uccide per i soldi e si uccide per amore: davvero pensa che chi è mosso da queste totalizzanti passioni verrà dissuaso da una correzione apportata al codice penale?

Crediamo di aver giudicato con serietà la questione, senza lasciarci allettare dai tiramenti modaioli e restando coi piedi per terra. Se i delitti passionali esistono da che mondo è mondo ed esisteranno sempre, altri delitti potrebbero essere arginati, a partire da quelli causati dal libero ingresso di criminali nel nostro paese che basterebbe rispedire a casa loro. Invece le folli regole mutuate dall'Europa ci impongono di tenerci stretto persino lo straniero che delinque, anche il recidivo, sinchè non costituisca una grave minaccia per la sicurezza.

Lasci perdere poi la penosa vicenda del 14enne suicida: qui la responsabilità appartiene a quanti respingono la necessità di sostenere psicologicamente un ragazzo particolarmente fragile che, come tanti suoi coetanei, vive la confusione del passaggio adolescenziale e che, con un aiuto adeguato e con l'opportuno riferimento a solidi modelli familiari, avrebbe potuto superare il proprio travaglio e diventare uomo.

Giulio Ferrari

6 settembre 2013