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Le "retate" sul lungolago e il rischio di perpetuare un'ordinaria illegalità

(di Giulio Ferrari). Davvero dovremmo rallegrarci alla notizia dei sequestri di merce falsificata compiuti dalla Polizia locale sul lungolago lecchese? Interventi meritori, beninteso, e (pare) apprezzati anche a Palazzo Bovara. Ma l'effetto di questi periodici battimani ai vigili, che "una tantum" restituiscono un po' di dignità alla città, è soprattutto quello di far digerire una situazione ordinariamente inaccettabile.

NON SOLO I COMMERCIANTI. Al sindaco Brivio può andar bene così, ma se qualcuno si facesse la doccia una volta al mese riceverebbe complimenti per la pulizia eseguita in quel giorno o, piuttosto, non assisterebbe al disagio di chi quotidianamente l'avvicina? Non si può invocare il rispetto della legge e delle regole solo quando fa comodo e credo che sia sbagliato sottovalutare il problema. Quello del pregiudizio arrecato ai commercianti da chi spaccia patacche, infatti, costituisce l'aspetto meno rilevante dell'abusivismo a cielo aperto.

COMUNITA' COLPITA. Il danno più pesante causato da questa gente riguarda la nostra comunità nel suo insieme: danno al decoro cittadino, danno alla coscienza civica, danno alla sicurezza, danno all'integrazione. Al decoro, perchè è evidente che trovarsi i marciapiedi invasi dalle carabattole e tollerare questa sciatteria fa a pugni coi tentativi di attribuire una qualche dignità, non solo turistica, alla città. Alla coscienza civica, perchè non si può chiedere alla gente di rispettare quelle regole di minimo civismo (non sporcare per terra, non far baccano, osservare il codice stradale, non fumare nei locali pubblici... ) quando ad altri è bellamente consentito di fare i propri comodi.

SENSAZIONE DI IMPUNITA'. Alla sicurezza, perchè la pubblica tolleranza di comportamenti illeciti ingenera sempre una sensazione di impunità diffusa che può stimolare i mascalzoni di natura a mettere in pratica le loro malvagie inclinazioni. All'integrazione, di cui tanto si parla, perchè gli abusivi in questione potrebbero trovare molto più comodo guadagnare con l'illegalità, cazzeggiando sul lungolago e nei parcheggi, invece di procurarsi quel lavoro che dovrebbe giustificare la loro presenza. Sono convinto che di questa situazione e dei suoi rischi sia ben consapevole lo stesso comandante Morizio che, non per nulla, appare determinato a fare sul serio. Ne riparleremo.

5 ottobre 2011