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Un Distretto rurale nella valle dell'Adda

Calolziocorte - Per il Distretto rurale “La Valle dell’Adda” è tempo di prendere forma: martedì, 5 febbraio, si terrà nella sala conferenze del Monastero del Lavello di Calolziocorte l’assemblea costitutiva che lancerà ufficialmente la nuova realtà.

RICONOSCIMENTO REGIONALE. L’appuntamento, al quale prenderanno parte, in qualità di soci fondatori, le aziende che hanno formalizzato l’adesione in forma scritta, è fissato per le 18. Durante la serata, si provvederà a definire gli step che scandiranno il procedimento volto ad ottenere il riconoscimento del Distretto da parte della Regione Lombardia, obiettivo che si conta di raggiungere entro il prossimo mese di marzo. All'appuntamento saranno presenti, tra gli altri, anche diversi operatori agrituristici, a conferma dell’attrattiva che la nascente realtà ha a livello trasversale, unendo per la prima volta in un’unica entità le esigenze di industria e agricoltura.

PROGETTO INTERESSANTE. Una rappresentanza sarà costituita dai titolari dell’azienda agricola “Il Ronco” di Garlate, nata nel 2003 con la sistemazione dell’antica cascina e del territorio circostante e sviluppata con la piantumazione di centinaia di ulivi, la coltivazione di frutti di bosco, la produzione di olio e l’allevamento di maiali di cinta senese, pecore brianzole, polli, faraone, anatre, oche e asini. "Il distretto è un progetto interessante – affermano Maria Ida Anghileri e Giampaolo Schiavo -: unire le nostre idee a quelle di altre realtà può essere molto produttivo".
 
GESTIONE DEL TERRITORIO. Al “Ronco”, come nelle tante altre aziende del territorio che hanno colto le potenzialità del Distretto Rurale, si intende puntare sulla possibilità di rimettere in gioco l’ agricoltura attivando sinergie con il resto delle attività produttive. "Il Distretto rurale è un ottimo strumento per far si che il mondo agricolo riacquisisca spazio e attenzione grazie alla confluenza degli interessi che su questo porrà anche il comparto industriale. Un risultato che l’agricoltura da sola non può raggiungere", aggiungono. L’azione da portare avanti, concordano, deve coincidere con la sottolineatura della necessità che il territorio venga investito da un’etica legata al riutilizzo degli spazi, alla produzione energetica, all’ecosostenibilità e alla riduzione dell’inquinamento, per dar vita ad una nuova politica di gestione del territorio.

2 febbraio 2013