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Da Lecco un coro per Maroni: “Poltrone corte nella Lega”

Lecco - Riaffermare lo spirito leghista delle origini: lo chiede a gran voce il popolo del Carroccio, dopo la vicenda dei rimborsi indebiti che sarebbero stati riscossi da diversi consiglieri regionali lombardi. Un rapido giro di interviste, tra lecchesi che dichiarano di aver votato Lega Nord alle precedenti regionali, mostra un elettorato in fermento che a Roberto Maroni chiede di impedire che il "professionismo" politico prenda piede nel movimento.

PRESA DI DISTANZA. Una manciata di interviste non fa sondaggio: quando, però, tutti ripetono la stessa cosa, se ne possono trarre le ragionevoli conclusioni. E non c'è dubbio che la richiesta più insistente riguardi la presa di distanza dalla politica delle poltrone. "Quello che è in gioco nella Lega - afferma Piera Negri - mi sembra molto evidente, certo lo avrà visto Maroni prima di me. Voglio dire che a Palazzo si rischia sempre il contagio con i costumi dei partiti romani, più ci stai e più aumenta il rischio".

GLI ONESTI A RISCHIO. Un pericolo che non metterebbe a repentaglio solo le qualità morali, ma anche quelle politiche. "Se uno è ladro, è ladro - rileva Riccardo Ferrari - e ruba alla prima occasione. Certo, se le occasioni si moltiplicano nel tempo, ruberà di più! Ma anche gli onesti sono a rischio se stanno troppo a lungo sulla poltrone, perchè nelle istituzioni si perde il senso della realtà, il contatto con la gente e ci si crede al di sopra degli altri. Si impara il compromesso, la furbizia e, alla fine, in troppi non sono più quelli di prima. Quelli che erano partiti con una certa spinta ideale dopo un po' diventano dei politicanti, guardano al loro portafoglio e pensano soprattutto a mantenere la poltrona".

CAPPIO IN PARLAMENTO. Se conosci il male, lo eviti. "Secondo me - dice Anna Riva - alla Lega ha fatto male Roma. Io l'ho votata da subito perchè voleva quello che voleva la nostra gente, cioè fare piazza pulita del potere romano. Mi ricordo ancora quel deputato leghista che ha tirato fuori il cappio in parlamento... però, poi, saranno 25 anni che ci vanno, in parlamento. E, a dire la verità, se una roba non serve, non serve. Dovrebbero starci meno a lungo sulle poltrone. Tutti, ma tutti".

DINOSAURI DELLA POLITICA. La questione "dinosauri" della politica è già stata sollevata, senza troppo successo, all'interno del Pd. "Mi spiace dirlo, ma di quelli rimasti da una vita con la poltrona - sbotta Gigi Proserpio - ce n'è anche nella Lega, dal parlamento al consiglio regionale, cioè i posti dove si guadagna in un mese come un lavoratore in un anno. C'è chi sta da più di 20 anni al Pirellone o in parlamento! E quelli che hanno cambiato poltrona ma sono sempre onorevoli, passati dalla camera al senato, o magari al parlamento europeo. Non mi piace, non mi piace".

GIOVANI ALLA LARGA. Un problema di ricambio generazionale? Non è precisamente così, secondo Gianluca Sala. "Nella Lega, ai vertici, vorrei delle facce nuove - afferma -. Non sto dicendo giovani contro vecchi, dico che dopo un tot di parlamento o consiglio regionale, ci vuole il ricambio. Diciamo, massimo dieci anni, poi lasci le istituzioni maggiori, vai a fare politica nei consigli comunali, nelle sezioni. E' questione di aria nuova, non di giovani, anzi è meglio che i giovani stiano alla larga il più a lungo possibile dalle poltrone troppo danarose, perchè il denaro corrompe e fa perdere l'idealismo e la concezione del volontariato politico. I giovani devono farsi sentire in piazza, mica dagli scranni".

ESPELLERE I COLPEVOLI. Le vicende lombarde hanno lasciato il segno tra i simpatizzanti leghisti. La proposta di destinare ad altro i "volti noti" delle poltrone è accompagnata puntualmente dalla richiesta di pulizia. "Maroni - ricorda Giancarlo - dice che non candiderà più chi sarà rimasto coinvolto nello scandalo dei rimborsi. Io credo che dovrebbe espellerli, perchè si tratta di gente che ha fatto molto male alla Lega e infangato l'impegno e la reputazione di tante brave persone. Maroni deve buttarli fuori per sempre, senza storie. E, soprattutto, bisogna dire che si chiude col bengodi: basta con le carriere politiche interminabili, basta con i tesori accumulati in decenni di parlamento o consiglio regionale: due-tre legislature in tutto e poi a casa con tanti ringraziamenti".

Nella foto: manifestazione della Lega contro il governo Monti.

2 gennaio 2013