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Calolzio, sala giochi: funzionaria innocente

Calolziocorte - Il Tribunale di Lecco scagiona una dipendente comunale calolziese, finita nei guai in seguito ad un esposto presentato dalla opposizione consiliare. Al centro della vicenda l'autorizzazione concessa (peraltro dalla Questura) a una sala giochi. E ora il sindaco Paolo Arrigoni punta il dito contro l'opposizione.

DECRETO DI ARCHIVIAZIONE. "In questi giorni - si legge in una nota diramata dal sindaco - è pervenuta al protocollo comunale la richiesta di archiviazione e il relativo conseguente decreto di archiviazione emesso da parte del giudice del tribunale di Lecco relativo al procedimento penale ex. art. 323 del c.p. (Abuso di ufficio) attivato nei confronti della dipendente Sonia Airoldi per effetto di un esposto presentato da diversi consiglieri di minoranza, in relazione al procedimento di rilascio autorizzazione della sala giochi ai sensi del regolamento comunale".

AUTORIZZAZIONE DELLA QUESTURA. "Il sostituto procuratore che ha richiesto l’archiviazione - continua Arrigoni - ha osservato che “il parere preventivo emesso dall’indagata non ha prodotto effetto alcuno, in termini di vantaggio o danno a terzi, in quanto da un lato, lo stesso è stato annullato in autotutela dalla medesima indagata, dall’altro l'autorizzazione all’apertura della sala giochi è stata poi rilasciata non dal Comune di Calolziocorte, bensì dalla Questura di Lecco in base ad un diverso e autonomo procedimento amministrativo”.

LA FINE DI UN INCUBO. "Viene dunque posta la parola fine - conclude il sindaco - ad un’operazione squallida, ad uno spregiudicato attacco di natura politica che, ed era inevitabile, ha colpito la dipendente con un avviso di garanzia. Per Sonia Airoldi è la fine di un incubo ed è il ritorno alla meritata serenità personale e famigliare. Per la dipendente e per l’amministrazione comunale la conferma di avere sempre assunto nella vicenda un comportamento lineare e corretto. Per i calolziesi la fine di un inganno a loro perpetrato: il polverone artatamente alzato si sta sempre più diradandosi mettendo in luce l’unica vera azione messa in campo dal Comune che era ed è il contrasto alla nascita di sale giochi in città. Non posso che sottolineare infine le migliaia di euro spesi dal Comune, dunque pagati dai calolziesi, per garantire la copertura delle spese legali a difesa della propria dipendente; soprattutto di questi tempi li avremmo volentieri spesi diversamente".

5 dicembre 2012