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L'ex assessore provinciale Molgora risponde a una lettrice su gay e Pd

Lecco - Egregio direttore, ho letto la dichiarazione della signora A.M. relativa alla scelta di Bersani di sostenere i diritti dei gay e sono rimasto molto colpito. Capisco il punto di vista della signora, figlio di una visione del Partito come insieme di proposta politica e valori etici, sono cresciuto in una famiglia militante e ho vissuto quella impostazione; molti comunisti furono persino contrari al divorzio. Io non voterò Bersani per ragioni diverse dalle sue, ma vorrei invitarla ad una riflessione, l'omosessualità è stata considerata per troppi anni come una degenerazione o una malattia e non come una condizione naturale presente in alcune persone, in quell'ottica la posizione della signora poteva essere comprensibile.

Oggi per fortuna, abbiamo fatto passi avanti e la società ha acquisito consapevolezza della necessità di garantire ad ognuno il proprio progetto di vita. La sinistra che ha sempre sostenuto le battaglie di emancipazione degli esseri umani potrebbe chiamarsi fuori da un percorso di sostegno al riconoscimento di questo diritto?

Io credo di no, credo che se lo facesse tradirebbe la sua vocazione di forza politica e sociale che opera per garantire i diritti di tutti e di ognuno. Invito la signora, con tutto l'affetto per la forza dei suoi valori, a leggere questa battaglia come un ulteriore passo verso l'emancipazione e la conquista della piena dignità degli uomini e delle donne di questo Paese. Cordiali saluti e grazie per la disponibilità.

Marco Molgora

Egregio signor Molgora, credo proprio che la signora A.M. non ritenga che matrimonio gay e analoghe istanze si collochino tra quelle "battaglie di emancipazione degli esseri umani" che appartengono alla sinistra. La gentile lettrice, come essa stessa riferisce, è rimasta "ferma" al '48, ovvero alla nostra Costituzione che descrive la famiglia come la società fondata su di una unione secondo natura.

Difficilmente il cortese invito che lei le rivolge riuscirà a smuoverla da convinzioni tanto solide. Anche perchè, di fronte a posizioni politicamente scorrette ma ben radicate, forse dovremmo dare qualche risposta convincente piuttosto che appellarci alla ineluttabilità di "passi avanti" senza discutere e senza interrogarsi se conducano a un vero progresso sociale o, piuttosto, alla decadenza collettiva.

G. F.

26 settembre 2012