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“Hanno ucciso per futili motivi”: delitto di Paderno, due arresti

Paderno d'Adda - Ci sono già due arresti, a poche ore dal delitto che ha sconvolto la Brianza lecchese. Dietro le sbarre, catturati dai carabinieri, un uomo e una donna: sarebbero loro gli assassini di un tranquillo padre di famiglia, trovato morto con la gola squarciata nel box di casa.

DISTANZA RAVVICINATA. Il fatto di sangue è accaduto ieri sera verso le 22.30, all'interno di un'abitazione di Paderno d'Adda, in via Roma 4c. Antonio Caroppa, operaio 42enne, conosciuto da tutti come persona seria ed onesto lavoratore, è stato ucciso all’interno del suo garage con un colpo di pistola di grosso calibro, sparato da distanza ravvicinata. A poche ore dal delitto, le indagini, immediatamente avviate dai Carabinieri della Compagnia di Merate (LC) e da quelli del Reparto operativo del Comando provinciale di Lecco, hanno portato all’arresto di due persone. In cella, con l'accusa di omicidio, sono finiti un 45enne ed una 53enne, l'uno residente in un comune della provincia di Como e l'altra in un paese della Brianza lecchese.

PROVE SCHIACCIANTI. I carabinieri avrebbero raccolto prove schiaccianti della loro colpevolezza, a cominciare dalle testimonianze degli abitanti di via Roma che hanno visto gli assassini fuggire dopo il delitto. Secondo la ricostruzione dei fatti compiuta dai militari, gli arrestati hanno suonato ieri sera al citofono del Caroppa e, con una scusa, sono riusciti ad entrare al piano sottostante dell’abitazione dove, attraverso uno scivolo, si accede nei garages. Qui, alla presenza della vittima, è sorta una discussione degenerata nel delitto. A questo punto gli assassini sono fuggiti raggiungendo un’utilitaria parcheggiata poco lontano.

VISTI DAI VICINI. La vettura, una Daewoo, è stata vista allontanarsi da alcuni vicini di casa della vittima, allertati dal rumore dello sparo, che hanno fornito ai carabinieri dettagli utili per risalire ai presunti omicidi. Così, già nel corso della notte, i carabinieri sono piombati a casa dell'uomo, proprietario della macchina, trovando nell'abitazione vestiti ancora sporchi di sangue. Subito dopo i militari sono risaliti alla donna: anche a casa sua sono state rinvenute tracce ematiche su alcuni capi d'abbigliamento. Nelle stesse ore, gli addetti ai rilievi scientifici del Reparto operativo dei carabinieri, hanno setacciato la zona del delitto recuperando, poco distante dall’abitazione della vittima, una rivoltella calibro 38 con matricola abrasa, nascosta sotto un albero, nonché un maglione gettato tra i cespugli.

TUTTI INCENSURATI. Per il 45enne e la 53enne si sono così aperte le porte del carcere, rispettivamente, di Pescarenico e di Como, con l'accusa di omicidio aggravato in concorso. Sia la vittima che gli arrestati sono incensurati, dallo stile di vita assolutamente normale, ed all'origine del delitto vi sarebbero futili motivi personali come accertato dagli inquirenti. Le indagini sono partite immediatamente con il capitano Giorgio Santacroce e, sino a notte avanzata, sul luogo del delitto si sono visti anche i tenenti colonnelli Marco Riscaldati e Alessandro Giuliani del comando di Lecco, nonchè il sostituto procuratore Rosa Valotta che si occupa del caso.

Nella foto-galleria: immagini del villino e del garage teatro dell'omicidio.

11 maggio 2012