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Ma chi fa del moralismo sulla Lega cosa dice dei 400 indagati del Pd?

Lecco - I risultati dei ballottaggi lasciano perplessi. Il primo dato è il tracollo della Lega, travolta dal battage scandalistico a base di paghette e lauree albanesi (a mio avviso poco convincenti) ai figli di Umberto Bossi. Il secondo è la "punizione" del Pdl, che ancora non si è scrollato di dosso l'effetto penoso delle frequentazioni di Silvio Berlusconi. Il terzo dato è il successo di Beppe Grillo, che accompagna la vittoria dell'astensionismo, ovvero la sconfitta anche numerica della democrazia-bidone.

L'ultimo elemento, quello che maggiormente stupisce, è il successo del Pd. Ebbene, mi sgomenta questa divisione morale dell'elettorato. Anche giustamente, una parte dei votanti hanno dato una lezione ai loro partiti di riferimento per costringerli a fare pulizia. Ma questo comportamento, eticamente corretto, non si riscontra tra gli elettori del Partito democratico che, pure, avrebbe oggettivamente meritato la punizione più severa per i ricorrenti scandali in cui sono stati coinvolti numerosi suoi esponenti.

Insomma, possibile che a sinistra si faccia del moralismo sul Trota ma non imbarazzino neppure un poco i 400 indagati del Pd conteggiati da Franco Bechis su Libero? Bechis ha compiuto una ricerca da cui, appunto, risulta che negli ultimi due anni sono stati 35 gli esponenti e dirigenti nazionali o locali del Pd arrestati, e più di 400 quelli indagati. Si va dai reati classici della politica, la corruzione innanzi tutto, sino all'associazione mafiosa e peggio. Possibile che agli elettori del Pd vada bene così?

Tiziana Fumagalli

22 maggio 2012