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Sindaci Pd in difficoltà “sgridano” Bersani

Lecco - Tenere i piedi in due scarpe, stare col popolo e con le lobby più o meno segrete della finanza internazionale, è un equilibrismo della politica che ai sindaci lecchesi del Pd non riesce. In 11 si rivolgono a Bersani manifestandogli delusione e amarezza per le dannose scelte del governo Monti, sostenuto da berlusconiani e piddini.

GLI 11 PIDDINI. Di seguito pubblichiamo la lettera che Gian Mario Fragomeli, sindaco di Cassago Brianza responsabile lecchese degli enti locali del Pd, Virginio Brivio sindaco di Lecco (nella foto), Riccardo Mariani sindaco di Mandello del Lario, Mario Tentori sindaco di Barzago, Antonio Colombo sindaco di Casatenovo, Alessandro Salvioni sindaco di Robbiate, Paolo Strina sindaco di Osnago, Guido Besana sindaco di Cremella, Alessandro Origo sindaco di Verderio Inferiore, Livio Bonacina sindaco di Galbiate e Raffaele Grega sindaco di Colico hanno inviato al segretario del loro partito. 

CI ASPETTAVAMO DI PIU'. Carissimo Segretario, ti scriviamo in qualità di sindaci della Provincia di Lecco iscritti e simpatizzanti del Partito democratico, per portare alla tua attenzione le preoccupazioni e le forti criticità che colpiscono la finanza locale e le amministrazioni  nella loro quotidiana azione al servizio della cittadinanza. Siamo consapevoli del momento estremamente difficile che stiamo attraversando e del sacrificio che ci viene richiesto - consci dell’eredità del governo Berlusconi e della gravosa responsabilità che il nostro Partito si è assunta sostenendo l’esecutivo guidato da Mario Monti - ma dobbiamo riconoscere con amarezza che ci aspettavamo di più:  più rispetto per i cittadini e le famiglie che con questa crisi si ritrovano a dover fare i conti con sempre maggiori sforzi; più rispetto per il lavoro che gli amministratori comunali affrontano ogni giorno; più rispetto per il sistema economico-territoriale con la promozione di nuove politiche di sviluppo e di crescita.

CON LE SPALLE AL MURO. Siamo altrettanto certi che tali questioni sono a te particolarmente note, ma nondimeno pesanti tanto da mettere con le spalle al muro il Sistema Locale. Ai pluriennali interventi sul patto di stabilità, al blocco dei residui passivi e dei pagamenti alle Imprese locali, fino ai tagli ai trasferimenti erariali, si sono aggiunte le problematiche della tesoreria unica e, da ultima, le “imbarazzanti” incertezze sull’Imu. Ne sono la riprova gli ultimi emendamenti al decreto sulle semplificazioni fiscali riguardo la rateizzazione degli acconti Imu che, hanno forse intercettato le esigenze dei singoli cittadini, al prezzo però di azzerare nel mese di giugno i fondi cassa comunali.

GRANDE AMAREZZA. Caro Pierluigi, l’amarezza è grande e cresce in modo inversamente proporzionale alle aspettative verso un governo tecnico – di professori – incapace ad oggi di chiudere i conti e consentirci di approvare i bilanci di previsione 2012 in termini ragionevoli.  Noi amministratori – da sempre in prima linea nell’ascolto e nell’impegno a risolvere le problematiche quotidiane della gente comune - iniziamo a perdere in convinzione, quasi iniziassimo a sentire che ci manca la terra sotto i piedi. Le risposte sono sempre più lontane da noi -  una volta a tutela dei farmacisti, altre dei taxisti, avvocati -  eppure noi siamo uomini e donne dello Stato, delle istituzioni!  Oggi più che mai ti chiediamo un segnale forte - contrassegnato da una risposta chiara alle necessità dei comuni italiani - che manca da troppo tempo e può essere la risultante di un tuo intervento diretto in sede partitica e parlamentare. Ti ringraziamo fin d’ora per l’attenzione che vorrai prestarci, i nostri più sinceri saluti.

6 maggio 2012