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Grillo ha ragione: le tasse ingiuste sono ben più letali della mafia

Lecco è distante le diecimila miglia da Palermo eppure sotto il Resegone si è capito benissimo il senso della frase pronunciata da Beppe Grillo durante la campagna elettorale siciliana. Il leader del movimento 5 Stelle è stato coperto di invettive per una affermazione di puro buonsenso che i furbetti dei partiti, sgamati politicanti, hanno gabellato come un elogio alla mafia, fingendo di non capire il significato delle parole e, soprattutto, pensando che tutti gli italiani siano una accozzaglia di imbecilli.

FRASE SACROSANTA. Questa la frase "incriminata" pronunciata da Grillo: "La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un'altra mafia che strangola la sua vittima". Tutto sacrosanto: se paghi, i mafiosi non hanno interesse ad eliminarti, mentre il fisco ingiusto ti fa fuori comunque, perchè ti toglie tutto. Quindi, una imposizione fiscale assurda, come quella che ci fa il paese più spremuto di tutto il mondo (a fronte di stipendi bassissimi), è una tassazione che produce effetti ancor più letali della criminalità organizzata. Il triste elenco dei suicidati per tasse e fallimenti, che sta conoscendo una impennata mai vista, è di per sè eloquente.

MALAFFARE NAZIONALE. Ma c'è un'altra faccenda che è sfuggita a Beppe Grillo e che i supporter dell'integralismo fiscale certo non vengono a raccontarci. Si tratta della circostanza che, per decenni, ha visto proprio la fiscalità statale offrire i più cospicui introiti alla criminalità mafiosa tramite la corruzione di molti politici. Più risulta ingente la disponibilità economica dello Stato, ottenuta spremendo i cittadini, maggiori sono le torte che potenzialmente ingrassano politica deviata, lobby finanziarie dominanti e mafie. Con il suo accostamento, Beppe Grillo ha sfiorato il punto più sensibile del malaffare nazionale, scatenando l'inevitabile vespaio di chi certe cose proprio non le vuole sentire.

G. F.

1 maggio 2012