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"A Lecco un valzer di prefetti e questori: siamo zona di transito"

Lecco (Lècch) - Anche il questore Alfredo D'Agostino ha le valigie pronte: domani verrà presentato il nuovo numero uno della Questura di Lecco, Ottavio Aragona. Corrado Valsecchi, capogruppo consiliare di appello per Lecco, protesta per il "valzer di prefetti e questori" e accusa il ministero dell'Interno di considerare Lecco "zona di passaggio temporanea per i suoi dirigenti apicali".

Che i vari ministri dell'Interno abbiano sempre considerato un luogo di transito lo dimostra la scarsa durata dei prefetti (circa 2 anni) e dei questori (ancor meno) sotto il Resegone. Di seguito l'intervento di Valsecchi.

Avevo già avuto modo di segnalare alcune incongruenze legate ad un ricambio e avvicendamento dei prefetti di Lecco che dal novembre 1995 ad oggi sono durati in carica poco più di 2 anni come media ponderale. Dodici prefetti in 26 anni, se togliamo dall'elenco il primo prefetto dott. Marcellino durato ben cinque anni la media si abbassa drasticamente ancora di più. Sono riusciti a cambiare un prefetto in pieno lockdown  e in una situazione emergenziale che meritava continuità e coerenza del mandato.

Nessun rilievo di carattere professionale alle sostituzioni, certamente tutte autorevoli e competenti. Adesso nell'arco di due anni arriva il terzo questore in una situazione non tragica, ma nemmeno tranquilla per la città capoluogo e il territorio considerati gli ultimi episodi che non vanno sottovalutati. Francamente mi chiedo se il Ministero degli Interni abbia deciso di accanirsi contro i lecchesi. In due anni di attività un prefetto e un questore se va bene forse ricordano i nomi dei paesi del territorio, sicuramente non i nomi di tutti i sindaci. Forse riescono ad identificare le priorità, a implementare il "gioco di squadra" fra le forze dell'ordine, ma se non riescono ad essere stanziali per un periodo di tempo più lungo difficilmente potranno vedere i risultati della loro azione e anche i cittadini avvertiranno sempre il loro ruolo come meteore in un sistema non stabile ma precario.

Non mi viene certo in mente di tarpare le ali alle legittime aspirazioni professionali di prefetti e questori, ma personalmente mi interessa molto di più la città di Lecco e il suo territorio. La necessità di fare rete, di acquisire stabilità e reciprocità, di mantenere informazioni, competenze e cognizioni di causa in materia di sicurezza, di gratificare quei servitori dello Stato che con abnegazione si fidelizzano ad un territorio e lo proteggono per il tempo necessario.

Non rivendico nulla, non ho intenzione di fermare aspettative legittime, ma consentitemi di dire che il Ministero degli Interni non ha mai mostrato un vero interesse per Lecco, l'ha sempre considerato una zona di passaggio temporanea per i suoi dirigenti apicali,  nonostante i prefetti e i questori che sono passati da questo territorio, per come li ho conosciuti, hanno sempre reso omaggio e riconoscenza alle nostre comunità.

Ringraziamo il questore che ci lascia e salutiamo il questore che arriva auspicando che possa fermarsi qualche tempo in più di un amen e conoscere in fondo le dinamiche e le tensioni che assillano il nostro lembo di terra e possa pianificare una strategia che consenta di raccogliere i frutti del suo lavoro e dei suoi collaboratori per garantire la massima attenzione possibile ai temi della sicurezza e dell'ordine pubblico in un territorio che ha smesso, anche su questo fronte, di essere un'isola felice. Le missioni di figure istituzionali deputate alla sicurezza del cittadino non possono essere interrotte ogni qualvolta ad un Ministro, per logiche che evidentemente mi sfuggono, venga il prurito di intraprendere un giro di valzer.

Corrado Valsecchi (capogruppo consiliare di Appello per Lecco)

Nella foto, da sinistra: il prefetto Pomponio e il questore D'Agostino.

1 agosto 2022