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L'edilizia lecchese è in ginocchio Cassa integrazione: +175,58%

Lecco - L'edilizia, già sinonimo di solidità per chi puntava all'investimento rifugio, è alle corde. Lo Tsunami si chiama crisi e l'onda d'urto prende il nome di Patto di stabilità, coi suoi limiti imposti alle spese dei Comuni.

BLOCCO DELL'EDILIZIA. La calamità che investe un settore portante dell'economia lecchese, con le pesanti ricadute sul mondo del lavoro, viene rilevata con grande preoccupazione in via Besonda. "Si assiste ad un blocco dell'edilizia - afferma Wolfango Pirelli, segretario generale della Cgil di Lecco - causato da due fattori: ad una generalizzata diminuzione di lavoro nel privato si aggiunge lo stallo totale delle commesse pubbliche".

IMPOSSIBILE SPENDERE. Fermi i grandi appalti, segnano il passo anche le opere nei Comuni. "Gli stessi enti locali virtuosi, quelli che hanno i conti in ordine - sottolinea Pirelli - non possono spendere per via dei limiti imposti dal patto di stabilità. A soffrirne, così, sono soprattutto gli investimenti nel campo dell'edilizia e, in ultima analisi, gli addetti del settore".

BOOM DEGLI AMMORTIZZATORI. Dal punto di vista dell'occupazione nell'edilizia lecchese, cioè quello che oggettivamente preme al sindacato, la congiuntura è espressa in maniera drammatica dalla percentuale di ricorsi agli ammortizzatori sociali nel primo semestre del 2011: un incremento del 171,58% della cassa integrazione rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Dati dell'Osservatorio della Cgil da cui si ricava che il trend occupazionale nel comparto edile lecchese, in termini di variazione percentuale, è il peggiore di tutta la Lombardia.

4 agosto 2011