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Ballabio, prevale la coerenza di 4 esponenti di Nuovo Slancio

Ballabio (Balàbi) - La maggioranza non molla l'osso degli aumenti delle indennità e va a casa, sconfitta sul Bilancio. Gli sviluppi della guerra di Bussola contro 4 esponenti di Nuovo Slancio (il consigliere ed ex assessore Luca Pirovano, l'ex assessore esterno Caterina Longhi, l'assessore Alessandra Consonni, il consigliere ed ex capogruppo Marco Pedrazzini) hanno pesato sulle sorti dell'amministrazione ballabiese.

Nell'aula consiliare, ieri sera, aleggiavano due grandi temi. La trasparenza (collegata alla richiesta di una commissione speciale), considerata un ufo nei passaggi politico-amministrativi che dovrebbero portare all'industrializzazione del pascolo del Barech, e la coerenza, cioè il rispetto del primario impegno di Nuovo Slancio di non aumentare mai i costi della politica e dell'amministrazione: promessa ritenuta incompatibile con la decisione di approvare i sostanziosi aumenti di indennità che porteranno la giunta a costare 60.000 euro l'anno di denaro pubblico.

Dei 4 dissidenti hanno potuto votare Pirovano, Consonni e Pedrazzini che, sommando i loro 3 voti ai 4 dell'opposizione, hanno superato di un punto i 6 della (ex) maggioranza. Bussola, nel frattempo, aveva offerto al Pd un assessorato, pare quello di Alessandra Consonni, senza ottenere un positivo riscontro.

Ma l'opportunità di invertire la marcia, aprendo un percorso virtuoso, il sindaco l'ha avuta dai dissidenti che hanno proposto l'impegno, una volta ricevute dallo Stato le indennità maggiorate, a destinarle in un fondo costituito ad hoc per aumentare la dotazione economica insufficiente delle borse di studio ballabiesi. Scartata a priori l'ultima possibilità di "ravvedimento", Bussola è andato al voto sul Dup del Bilancio, venendo battuto.

Ora la palla passa al prefetto: con tutta probabilità, dunque, verrà designato il commissario che sostituirà il sindaco. Sconcertante, anche in questo caso, la gestione del problema: Bussola si è mosso con la stessa capacità politica dimostrata nei rapporti interni alla sua giunta, dove è riuscito nell'impresa più unica che rara di rompere con 3 assessori su 5 e un capogruppo nel giro di un anno e mezzo. Lapidaria la sentenza del capogruppo di opposizione, Manuel Tropenscovino, sulla vicenda: "Si possono prendere in giro tante persone per poco tempo, poche persone per tanto tempo, ma non tante persone per tanto tempo".  

25 giugno 2022